Gela. Ghelas trasformata in “stazione appaltante”, al limite tra pubblico e privato, è un modello che non trova alcuna condivisione da parte dei dem locali, che la scorsa settimana, tra le altre cose, hanno detto no alla cabina unica di progettazione, da centralizzare proprio attraverso la multiservizi. L’amministratore della municipalizzata, Francesco Trainito, ha parlato di un Pd interessato solo a fare opposizione alla giunta Greco e quindi propenso ad evitare che la società possa intervenire in più settori, risolvendo criticità gestionali e non solo. Il vicesegretario del Pd Licia Abela fa chiaramente capire che Trainito tende troppo a fare il “politico” e meno il “tecnico”. “Le parole del Pd probabilmente hanno irritato parecchio il manager di Ghelas che da giorni comunica, tramite facebook, di sentirsi particolarmente “sereno” per l’imminente scadenza della convenzione della multiservizi, che guida. Il Pd, nella sua azione politica, non ha mai agito in maniera preconcetta e fine a sè stessa, poiché non è mai entrato nel merito dell’operato svolto dalla multiservizi, ma ha criticato e critica ancora aspramente ed in maniera convinta, la modalità che portano Ghelas ad intervenire, con una certa frequenza, davanti alle necessità più disparate dell’ente comune. Sembra essersi innescato un opinabile meccanismo di sostituzione che di fatto la rende una stazione appaltante che deroga alle più comuni norme che regolano la pubblica amministrazione. Ricordiamo – spiega – che la Ghelas nasce per stabilizzare circa novanta lavoratori e che avrebbe dovuto svolgere mansioni di gestione e manutenzione del verde pubblico, manutenzione stradale e supporto agli uffici comunali, così come sancito dalle finalità dalla sua costituzione. È quindi ancor più fuori luogo che un amministratore che si definisce tecnico possa permettersi di entrare a gamba tesa nel dibattito pubblico alludendo, tra l’altro, e molto poco velatamente, a questioni politiche che poco o nulla dovrebbero riguardarlo”. Da Abela arriva l’invito a “fare chiarezza”, proprio sul ruolo della società in house e di chi la gestisce. “Richiamiamo l’attenzione su ciò che la multiservizi può o meno fare in base al suo statuto e alle leggi in merito. Serve una maggiore trasparenza da parte della pubblica amministrazione nella gestione di questa società. Premiamo – aggiunge – affinché ci sia chiarezza sulla modalità con la quale viene utilizzato lo strumento Ghelas, che di fatto agisce in ambito privatistico, con tutto quello che ne consegue, ma che opera per nome e conto di un ente pubblico”. Trainito ha parlato di un drastico cambio di rotta della Ghelas, dopo decenni di gestione, vicina agli stessi dem e al centrosinistra. Per il manager, la multiservizi non è più un “bacino di voti”. “Dovrebbe indicarci i nomi e i cognomi di coloro che, a suo parere, abbiano attinto da questo bacino di voti, da tempo immemore – continua il vicesegretario democratico – affermazione che ci preoccupa non solo dal punto di vista della liceità stessa dell’azione, ma che sminuisce il valore morale ed intellettuale degli stessi lavoratori”.
Il Pd intende approfondire il nuovo corso della municipalizzata, che è stato uno degli elementi di fibrillazione nel rapporto con il sindaco Lucio Greco. “Siamo assolutamente contrari ad eventuali logiche che portino a modifiche sostanziali dello statuto della multiservizi e che possano consentire la nomina diretta per incarichi professionali, per conto del Comune – conclude – di certo, in maniera molto serena, vogliamo riportiamo la discussione su vicende dettagliate e continueremo a farlo di concerto con la nostra rappresentanza consiliare, nel solo interesse dei cittadini e delle città”. Dopo la rottura del rapporto tra il Pd e l’amministrazione comunale, Ghelas torna ad essere terreno di forti tensioni, a cominciare da quelle strettamente politiche.