Gela. “E’ una sconfitta che brucia. C’è solo voglia di rinnovamento. Angelo Fasulo è stato tra i pochi sindaci capaci di mantenere gli equilibri di bilancio e i servizi alla città. Ha pagato la rabbia e l’antipolitica. Lui è incolpevole”.
Con queste parole, Giuseppe Gallè, segretario provinciale del Pd, commenta la sconfitta elettorale che ha permesso al Movimento 5 Stelle di spezzare gli oltre venti anni di amministrazione di centro sinistra in città. Lunedì sera, i vertici provinciali del Partito democratico si sono dati appuntamento a Mazzarino per fare una prima analisi del voto sfociato nella debacle elettorale del ballottaggio. Rimane la consapevolezza della maggioranza in Consiglio comunale. Si pensa già alla nomina, in chiave Pd, del presidente dell’assise civica, e del nuovo segretario cittadino. La poltrona lasciata libera da Carlo Romano potrebbe essere occupata da una donna.
“Per la nomina del segretario cittadino c’è ancora tempo – aggiunge Gallè – C’è tanto materiale per riflettere. Ci sono tanti giovani che potrebbero assumere l’incarico. Penso che vada ripristinato un metodo di confronto che sia capace di fare sintesi, condivisa tra tutti. Spero possa essere una donna il segretario cittadino che guiderà il Pd a Gela”. Non trapelano indiscrezioni, anche se qualcuno pensa già a Claudia Caizza. Potrebbe essere una donna anche il presidente del consiglio comunale. In questa circostanza andrebbe ad Alessandra Ascia, consigliere più suffragato. La stessa però potrebbe fare storcere il naso ai rappresentanti storici del Pd, come Giuseppe Ventura, assessore uscente.
“Riteniamo che la riflessione in Consiglio debba essere condivisa – aggiunge Giuseppe Gallè – I sette eletti per la lista del Partito democratico rappresentato il partito alla stessa maniera. Diamo ampia autonomia ai dirigenti eletti. Saranno loro, assieme agli organismi deputati, a fare le scelte che riterranno opportune”.
All’incontro di Mazzarino c’era anche Giuseppe Arancio e il sindaco uscente Fasulo, secondo il quale “è mancata una condivisione del progetto – spiega – che avrebbero dovuto condividere gli appartenenti al partito. Ho avuto uno scontro con la mia stessa maggioranza durato cinque anni. Il partito si è trovato nei momenti cruciali senza segretario e un capogruppo. La prossima settimana ci incontreremo ancora per fare un’analisi del voto. La colpa non è mia. Ci sono state una serie di concause che, di certo, arrivavano anche dai nostri tesserati. Per anni c’è stato il tentativo di scaricare tutto su di me e fare passare ogni cosa come negativa. Gli abbandoni delle ultime settimane hanno portato a questa campagna elettorale. Del resto i dieci candidati erano tutti contro di me. Al ballottaggio – conclude Angelo Fasulo – è emerso più chiaramente. La gente aveva deciso di interrompere una buona amministrazione. Sono riuscito a sanare i debiti pubblici, portare a livelli di eccellenza la raccolta differenziata e avviare una smart city”.