Gioielleria spaccata, “nessun prelievo di denaro dopo furto”: due testimoni non parlano

 
0
La "spaccata" venne ripresa dai sistemi di videosorveglianza dell'attività commerciale

Gela. Secondo i pm della procura e gli investigatori, una parte della refurtiva della “spaccata” alla gioielleria “Rachele” sarebbe ritornata nella disponibilità dei proprietari, solo perché fu pagata una somma di denaro. A rispondere della ricettazione, davanti al collegio penale del tribunale, presieduto dal giudice Miriam D’Amore (a latere Eva Nicastro e Veronica Vaccaro), sono Dario Gagliano e Giacomo Di Noto. Per poliziotti e pm, avrebbero fatto da tramite fra i proprietari della gioielleria e chi materialmente mise a segno il colpo. La “spaccata” risale al marzo dello scorso anno e per gli inquirenti fruttò non meno di 75 mila euro. A colpire, furono Carmelo Martines e Michael Smecca, già condannati in primo grado, insieme ad Angelo Lombardo, che ha patteggiato. In aula, questa mattina, sono state sentite una delle proprietarie dell’attività commerciale, in pieno centro storico, e la madre. Entrambe hanno escluso che in quel periodo siano stati effettuati prelievi di denaro, che poi per gli investigatori sarebbe servito ad ottenere la restituzione di una parte della refurtiva. Anche sul valore complessivo dei preziosi portati via ci sono state osservazioni differenti. Per la proprietaria sentita, il danno si sarebbe aggirato tra 50 e 60 mila euro; mentre il pm Federica Scuderi ha fatto riferimento ad una cifra non inferiore a 75 mila euro. Le difese dei due imputati, sostenute dagli avvocai Flavio Sinatra e Cristina Alfieri, hanno approfondito gli aspetti emersi dalle dichiarazioni delle testimoni, concentrandosi sul punto degli eventuali prelievi di denaro, che appunto sono stati esclusi. Gli imputati negano di aver fatto da tramite per il passaggio di una parte della refurtiva.

Altri due testimoni chiamati in giudizio, a loro volta impegnati nell’attività commerciale, si sono invece avvalsi della facoltà di non rispondere. Sono a indagati, accusati di favoreggiamento (difesi dagli avvocati Giovanna Zappualla e Ivan Bellanti). Il collegio ha autorizzato l’acquisizione di estratti conto e l’esame di un finanziere che si occupò di esaminare i dati.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here