Morto in sella al suo motorino dopo lo schianto, familiari e amici di Salvatore Scerra: “Vogliamo la verità”

 
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Gela. “Chiediamo verità e giustizia per Salvatore. Perché tanti ritardi nelle attività d’indagine?”.

“Si faccia chiarezza”. I familiari e tanti amici del diciassettenne Salvatore Scerra, morto lo scorso novembre all’incrocio tra via Venezia e via Tevere dopo aver impattato in sella al suo motorino contro una Fiat Grande Punto, si sono radunati davanti palazzo di giustizia. “Aspettiamo da sette mesi – spiegano ancora – come mai non è stata autorizzata neanche una perizia relativa alla dinamica dell’incidente? Sappiamo tutti che in quella zona anche i semafori erano fuori uso da mesi”. Allo stato attuale, un fascicolo d’indagine contro ignoti è stato aperto dai magistrati della procura. “Il dolore per la morte di Salvatore è enorme – si sfogano i familiari – chiediamo solo che si faccia chiarezza. Salvatore non può essere un morto di serie B”. Parallelamente, è stato avviato un procedimento sul fronte civilistico. 

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