Gela. Si difendono i sei arrestati che, nella notte tra sabato e domenica, sono stati fermati dagli agenti di polizia del commissariato e da quelli di Niscemi nella zona di Macchitella. Uno dei catanesi pagato per trasportare la droga. Trasportavano tre chili di marijuana. All’interno del carcere di Balate, sono stati sentiti dal giudice delle indagini preliminari Veronica Vaccaro. Dal contenuto delle dichiarazioni rese da almeno due dei catanesi finiti al centro dei controlli, emergerebbe un programma ben studiato. Uno degli arrestati, infatti, sarebbe arrivato in città solo con il compito, retribuito, di effettuare il trasporto della marijuana lungo la direttrice della statale 117 bis. Non avrebbe avuto alcun ruolo nell’affare successivo della vendita della droga sul mercato catanese. Un altro dei presunti spacciatori etnei, invece, si è difeso dichiarando di essere arrivato a Gela solo per accompagnare gli amici.
“Non sapevo della droga”. I due gelesi arrestati, Salvatore Gambino e Luigi Rodoti, sono stati a loro volta sentiti dal gip. Difesi dagli avvocati Salvo Macrì e Flavio Sinatra hanno scelto strategie difensive differenti. Mentre Gambino ha scelto di non parlare, Rodoti ha escluso di aver avuto alcun interesse nell’affare di droga. Si sarebbe trovato insieme agli altri arrestati solo perché decise di accompagnare Salvatore Gambino all’appuntamento stabilito. Intanto, tutti i sei indagati verranno trasferiti agli arresti domiciliari all’interno delle rispettive abitazioni. Il pubblico ministero Antonio D’Antona, invece, chiedeva la conferma della custodia cautelare in carcere.