Coltellate alla sua convivente, condannato per tentato omicidio: il caso Scilleri ritorna in aula

 
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Gela. 5 anni e 8 mesi di reclusione con l’accusa di tentato omicidio.

Verdetto impugnato in appello. Il caso del trentasettenne Giuseppe Scilleri ritorna davanti ai giudici. Saranno i magistrati della corte d’appello di Caltanissetta a valutare nuovamente le contestazioni. L’uomo, difeso dall’avvocato Filippo Spina, è accusato di tentato omicidio. All’interno di un’abitazione del quartiere Borgo, avrebbe colpito con una lama sia la sua convivente sia il fratello della donna. Lo scorso marzo, fu il giudice dell’udienza preliminare Veronica Vaccaro a pronunciare la sentenza di condanna.

“Non si trattò di tentato omicidio”. La difesa dell’imputato, giudicato con il rito abbreviato, fin dall’inizio, ha puntato sulla riqualificazione del reato. Non si sarebbe trattato di tentato omicidio ma di lesioni. Scilleri, stando all’avvocato Filippo Spina, si sarebbe solo difeso dall’aggressione del fratello della convivente, probabilmente spalleggiato da un conoscente. Non avrebbe avuto intenzione di ferire la donna. Le vittime riportarono ferite solo superficiali. L’imputato rispondeva anche della detenzione non autorizzata del coltello. Il giudizio d’appello si aprirà il prossimo luglio. E’ stata la difesa dell’uomo a impugnare il verdetto pronunciato dal gup.

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