Gela. Cadono le accuse di tentata estorsione e danneggiamento.
Le minacce all’ex dipendente. Così, scattano le assoluzioni per l’imprenditore Alberto Cammarata, per uno dei suoi dipendenti Bruno Migliore e, ancora, per Rosario Moscato e Emanuele Cascino. Le accuse si legavano alla vicenda di un altro ex dipendente del gruppo Cammarata. L’uomo, un ragioniere, subì l’incendio della sua abitazione rurale dopo che lo stesso Cammarata gli avrebbe imposto di rinunciare ad una vertenza lavorativa intanto avviata. L’imprenditore, già in fase d’indagine, aveva negato qualsiasi addebito. A decidere per l’assoluzione è stato il giudice dell’udienza preliminare del tribunale di Caltanissetta Marcello Testaquadra. Il pm della Direzione distrettuale antimafia Onelio Dodero, invece, aveva chiesto quattro condanne. Due anni e otto mesi per Cammarata, nove mesi per Migliore, dieci a Moscato e quattro al collaboratore di giustizia Emanuele Cascino. In base alle accuse, l’imprenditore, con l’obiettivo d’intimorire l’ex dipendente, chiese a Migliore di fare da tramite con il gruppo di Peppe Alferi. Rosario Moscato ed Emanuele Cascino, ritenuti vicini al gruppo, si sarebbero occupati d’incendiare l’abitazione rurale della vittima.
“Non era una tentata estorsione”. Una ricostruzione, però, contestata dai difensori. Gli avvocati Carmelo Tuccio e Giacomo Ventura hanno ribadito l’insussistenza dell’accusa di tentata estorsione: Cammarata, per il tramite di Migliore, avrebbe solo cercato di “dare una lezione” all’ex dipendente accusato di negligenza. Non ci sarebbe stata, quindi, nessuna pressione sul fronte della vertenza lavorativa. Gli altri difensori, gli avvocati Cristina Alfieri e Vania Giamporcaro, hanno ridimensionato le accuse mosse ai loro assistiti. In aula, inoltre, rendendo dichiarazioni spontanee, Moscato ha escluso la partecipazione di Cascino all’incendio dell’abitazione. Lo stesso collaboratore di giustizia, secondo le difese, avrebbe reso una ricostruzione contornata da diverse incongruenze. Cammarata ha sempre escluso di aver mai avuto rapporti con gli altri imputati, ad eccezione di quelli lavorativi L’ex dipendente del gruppo finito al centro delle pressioni, comunque, ha scelto di costituirsi parte civile con l’avvocato Rocco Guarnaccia. Il gup Testaquadra, su sollecitazione dei difensori, ha disposto l’improcedibilità per mancanza di querela rispetto all’accusa di danneggiamento.