Gela. “Sali che ti devo ammazzare”. Una presunta minaccia che sarebbe stata rivolta dal ventisettenne Salvatore Nocera ai danni dell’imprenditore Fabio Fasulo. “Preso di mira dai Nocera”. Per questo motivo, il giovane si trova davanti al giudice Chiara Raffiotta. Difeso dai legali Salvo Macrì e Rosario Prudenti, deve rispondere alle accuse mossegli dai magistrati della procura. Davanti al giudice, lo stesso imprenditore ha risposto alle domande formulate dal pubblico ministero Tiziana Di Pietro e dai legali di difesa. “I Nocera mi presero di mira – ha spiegato l’imprenditore che si trova agli arresti domiciliari a conclusione di altre operazioni – prima di quei fatti tentarono di sequestrare mio figlio. Mi trovavo in via Crispi davanti ad un magazzino di bibite quando Nocera mi minacciò. Insieme a me, c’era un carabiniere in borghese e solo per questo Nocera si allontanò”.
L’accusa di sequestro non trovò conferma. La difesa, davanti alle dichiarazioni rese in aula dalla presunta vittima, ha contestato la sua versione. Quel presunto tentativo di sequestro, infatti, non trovò riscontro davanti ai magistrati della procura come sottolineato proprio dagli avvocati di difesa. Si sarebbe trattato solo del tentativo di ottenere la restituzione di un prestito conceso all’imprenditore per il tramite di due assegni. La decisione sul caso potrebbe arrivare già alla prossima udienza.