Gela. Sulle due Italia: una ricca e laboriosa, l’altra povera e incolta
Perché due Italia? O tutta la cultura meridionale è fatta di uomini imbecilli o da sordomuti. Basta accendere la televisione su un canale televisivo, per rendersi conto che esistono due Italia, una progredita e una ferma, senza progresso. Eppure nel 1860 è avvenuta l’unificazione. Una parte dell’Italia, secondo la teoria Manzoniana, progredisce per avere sofferto durante i secoli bui della dominazione straniera, mentre l’altra deve soffrire e basta. Sulla Divina provvidenza Manzoniana, falsa e pretestuosa, come la religione del grande poeta. Oggi i meridionali si sono resi conto che è falsa e senza significato. Allora come si giustifica questo progresso avvenuto subito dopo l’unificazione?
Mentre il meridione, che non ha avuto dominazioni straniere, continua a pagare quella dei piemontesi falsi e disonesti, venuti al sud per liberarci dalla dominazione dei Borboni, italiani per adozione precipitano nel baratro più profondo?
Proviamo a dare una giustificazione. Il meridione, fino al 1860, era uno Stato indipendente e, bene o male, progrediva ed aveva una collocazione economica in Europa grazie alle sue eccellenze e le sue industrie, sparse nel suo territorio meridionale con un assorbimento di forza lavorativa di quasi 10 milioni di lavoratori, viveva degnamente ed onorevolmente in pace. Il Piemonte, governato dai Savoia e da Cavour, era un piccolo Stato alla ricerca di un territorio. L’occasione viene offerta alleandosi di nascosto con i peggiori delinquenti dell’epoca, come Giuseppe Garibaldi, e negando l’accordo fino al momento del raggiungimento di Garibaldi a Napoli, nascondendo l’accordo alla società delle nazioni, tranne che alla massoneria. Sulla falsità, riesce ad unificare l’Italia, senza considerare il popolo duo Siciliano, opposto al governo nascente. Il governo formatosi all’atto della unificazione era un governo di piemontesi e qualche ladro meridionale. Pertanto, la politica non poteva essere che di favoritismo delle imprese del nord, facendo fallire tutte le realtà economiche del sud. Fallimenti ragionati, non avvenuti in un unico momento, ma costringendoli piano piano a chiudere i battenti con finanziamenti concessi solo ed esclusivamente alle realtà del nord. Procedimenti scientifici che, a detta della bibliografia ufficiale, si scandalizza se un meridionale sostiene che le industrie siano state trasportate piano piano al nord. Il movimento è avvenuto per volontà dello spirito santo non per una politica antimeridionalista (meglio in favore del nord) dei governi che si sono succeduti dal 1860 ad oggi. Noi, di queste cose, non possiamo parlare, perché facciamo un torto all’Unità d’Italia, e perché non possiamo condannare il Risorgimento, definendolo ladro e di tornaconto, quando ha operato per il bene della nazione Italia partigiana e razzista alla vista dei fatti.
Ogni attività produttiva del regno delle due Sicilie, ha chiuso per volontà divina, mentre nessuna attività può aprire battenti per la malavita organizzata. IN questo modo possiamo giustificare il progresso del nord.
Mentre, invece, i signori del nord hanno mantenuto la malavita per usarla ai fini propri. Questo appare chiaro perché la malavita fa i soldi quando si allea con i ricchi proprietari. Tutto è giustificato per semplificare la vita dei nordisti, come la chiusure delle banche del sud, utili a trasferire la raccolta dei capitali solo ed esclusivamente al settentrione e, per evitare qualche minima riduzione di utili, anche gli istituti di assicurazione vengono trasferiti al nord o solamente creati nelle regioni del settentrione della nazione. Così le infrastrutture nascono al nord per evitare la minima concorrenza con gli ignoranti del sud. I nostri grandi economisti non valutano questi meschini principi, validi soltanto per gli economisti internazionali per elaborare principi economici di capitale importanza al fine di dare maggior progresso ai popoli intelligenti e dare corso al principio del moltiplicatore economico, fondamentale per ogni struttura che vuole crescere. Noi meridionali, siamo lontani dall’utilizzare questi principi economici, e non facciamo caso alla mancanza delle strutture necessarie alla crescita economica. Lodiamo l’applicazione, nel settentrione, di questi sani principii e osanniamo il loro progresso.
Infatti, abbiamo accettato con pacata rassegnazione la chiusura degli istituti bancari e delle assicurazioni, la costruzione delle infrastrutture all’assolato popolo del nord che ha concentrato tutto ciò che può provocare sviluppo nelle città dell’Italia vera. Noi, dell’altra Italia, non possiamo chiedere niente, perché la mafia o la camorra, nostri connazionali antropologici non vogliono. Essi sono governati e gestiti dalle grosse industrie del settentrione, vedi la Cassa per il mezzogiorno, il Piano Marshal, che partiva con Alcide De Gaspari il 3/6/1952 con la sigla E.R.P. (European Recovery Program ) e ogni attività di ampio respiro, tutte gestite da imprese del nord. Noi dobbiamo rimanere silenziosi, altrimenti intaccheremo l’Unità dello Stato Italiano e il comportamento altruistico dei volontari del Risorgimento Italiano. Tutto l’altruismo del popolo, al di là di Napoli, potrebbe dispiacersi e lamentarsi amaramente di una mezza Italia irriconoscente dei valori del Risorgimento Italiano.
Questa è l’Italia che hanno costruito i grandi eroi del Risorgimento Massonico, anticattolico, senza principi morali, con il rafforzamento della mafia, della camorra, della ndrangheta e di ogni attività malavitosa, per giustificare il loro comportamento antimeridionale ed egoistico, a significare un’Italia laboriosa e ricca di principi immorali, ma buona per sostenere quella attiva e di sani principi. E’ il grande prezzo che abbiamo pagato e ancora continuiamo a pagare per questa gravosa unificazione dell’Italia.
Il problema e che noi abbiamo tantissimo lavoro, ma non sappiamo sviluppalo grazie ai nostri addormentati ho ecc.ecc…….. politici. Che vedono la popolazione che soffre la delinquenza che prende il sopravvento. Che fanno dormono.tanto prendono istipendi e gettoni.delinquenti prima e disonesti oggi. Coi Borboni nel regno delle due Sicilie c’era la moneta d’oro. e sto stava bene nel peggio . Oggi con l’euro si muore quando si dovrebbe stare bene.
Nel regno delle Due Sicilie le monete d’oro non avevano corso legale e l’economia. non foss’altro per mancanza di strutture e di infrastrutture, arrancava. Suggerisco di non fidarsi delle sciocchezze che circolano su internet.