Gela. I reati che hanno portato a processo tecnici, professionisti, ma anche dirigenti e funzionari del Comune, sono prescritti. Questa mattina, il giudice Miriam D’Amore non ha potuto fare altro che dichiarare il non doversi procedere, su richiesta conforme del pm Pamela Cellura. Gli imputati, tre anni fa rinviati a giudizio, erano accusati di presunte irregolarità nell’effettuazione dei lavori proprio per il palazzo di giustizia. Nel corso degli accertamenti tecnici, emersero infiltrazioni di acqua piovana, presunte difformità rispetto al progetto iniziale, opere ritenute non in linea con i parametri e coperture delle torri considerate non idonee. Ancora oggi, in diversi uffici del tribunale si notano le conseguenze. Il tempo trascorso, però, non ha permesso di portare avanti l’istruttoria dibattimentale, verificando le posizioni degli imputati.
A processo, erano finiti Luigi Amoroso, Salvatore Cassarino, Manlio Averna, Mario Spina, Giuseppe Cappello, Gaetano Carmantini, e Giovanni Costa. In udienza preliminare, tutti avevano respinto le contestazioni, ma arrivò il rinvio a giudizio. L’istruttoria dibattimentale, invece, non è mai entrata nel vivo, proprio a causa dell’ombra della prescrizione, che è stata poi accertata. I legali degli imputati si sono associati alle richieste del pubblico ministero, rispetto all’estinzione dei reati. Tra i difensori, ci sono gli avvocati Antonio Gagliano, Gaetano D’Arma, Angelo Urrico, Angelo Licata, Feliciana Ponzio, Sergio Iacona, Marianna Conforto e Gianluca Sprio.
La sconfitta della GIUSTIZIA.