Non imposero la messa a posto ai padroncini della plastica: assolti Trubia e Nastasi

 
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Trubia e Nastasi sono stati assolti

Gela. Cadono le accuse, anche quelle di mafia, contestate a Maurizio Trubia e Diego Nastasi, coinvolti nell’inchiesta “Redivivi 2”. Il collegio penale del tribunale, presieduto dal giudice Miriam D’Amore (a latere Francesca Pulvirenti e Martina Scuderoni), ha assolto entrambi gli imputati. “Il fatto non sussiste”, in base al dispositivo letto in aula. I due, con diversi precedenti penali alle spalle, erano accusati di aver tentato di imporre la messa a posto ad alcuni padroncini della raccolta della plastica, effettuata in diverse aree rurali della città. Avrebbero dovuto pagare per ogni carico di plastica, sotto minaccia di eventuali ritorsioni. Soprattutto il passato di Trubia, che incassò una condanna per mafia, fu tenuto in forte considerazione dagli inquirenti, che iniziarono a monitorarlo dopo la scarcerazione. Per un certo periodo, in passato, è stato considerato nuovo reggente di Cosa nostra locale. Secondo il pm della Dda di Caltanissetta Davide Spina, sarebbe stato Trubia, attraverso il tramite di Nastasi, a far pervenire le pretese agli operatori. Nei suoi confronti, al termine della requisitoria, il pubblico ministero ha chiesto la condanna a sette anni e sei mesi di detenzione; cinque anni, invece, per Nastasi. La versione resa dai padroncini cambiò, anche nel corso delle indagini. Secondo gli investigatori, ci sarebbero state pressioni. Le difese, sostenute dagli avvocati Nicoletta Cauchi e Dionisio Nastasi, hanno del tutto respinto la versione giunta dai banchi dell’antimafia. I legali hanno sottolineato che né Trubia né Nastasi avrebbero mai avuto contatti con operatori della plastica, neanche per ragioni di lavoro. La difesa di Trubia ha parlato di accuse “per sentito dire”, senza effettivi riscontri su presunte responsabilità del pastore, che attualmente si trova a sostenere anche un procedimento per il sequestro dei beni. Sarebbe ormai lontano da ambienti criminali, anche se in base a quanto emerso nelle indagini si sarebbe presentato ad alcuni agricoltori come “il padrone” delle campagne dove lavora. La versione, discordante, resa dai padroncini della plastica è stata richiamata dai legali, che appunto hanno sottolineato come non ci sia mai stata chiarezza, neanche sugli eventuali ruoli ricoperti da Trubia e Nastasi.

L’indagine che li riguardò fu un seguito dell’inchiesta madre “Redivivi”, che ha portato a condanne e a breve la Cassazione sarà chiamata a pronunciarsi. I due imputati, già in fase di indagine, esclusero ogni coinvolgimento.

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