Gela. Troppi colori cha cambiano nell’arco di poche ore e un’Asp che anche questa volta viene richiamata ad una linearità gestionale che sta mancando nell’emergenza pandemica. Quanto accaduto nelle ultime ore, secondo il consigliere comunale Udc Salvatore Incardona, è paradossale. Prima, la zona rossa fino al 19 maggio; poi, il dietrofront. “La sesta città della Sicilia non può morire per la totale inefficienza di qualcuno – dice – né può rimanere in balia di informazioni e dati imprecisi”. Incardona si rivolge al prefetto di Caltanissetta Chiara Armenia. “Convochi subito un tavolo di concertazione”, aggiunge il consigliere. L’esponente centrista ritiene molto grave quanto vissuto in queste settimane, soprattutto dagli esercenti. “Adesso, basta – dice ancora – i responsabili devono rispondere delle inefficienze che hanno colpito tutta la cittadinanza e le categorie economiche, che ancora resistono. Tanti commercianti hanno speso somme ingenti per adeguare le loro attività alle misure restrittive. Non hanno avuto sostegni economici e ora chiedono solo di lavorare, con dignità”. Incardona parla di “disservizi di Asp” che hanno pesato sulla città.
“Le regole si possono migliorare – conclude – c’è maggiore consapevolezza sulla pandemia e sui vaccini. I gelesi non hanno l’anello al naso e non si meritano mannaie come quella della zona rossa, prima calata in poche ore e poi revocata, ingenerando enorme confusione”.
Non e’ una novità che GELA non sia amata a caltanissetta, e ora che noi Gelesi ci rappriopriamo della nostra storia e del nostro orgoglio di città ,che guarda al futuro tutti uniti e non divisi come ci vogliono imporre alcuni politici anche locali