Gela. E’ tutto pronto per la demolizione dell’edificio che ospita il locale museo archeologico. Le ruspe entreranno in azione nei prossimi giorni inaugurando la seconda fase del più ampio progetto di ricostruzione del nuovo museo, avviato il primo marzo scorso. Sono stati già spostati i circa tremila reperti millenari, custoditi nelle teche espositive. “La prima fase dei lavori è stata molto delicata – assicura il direttore del parco archeologico, Luigi Maria Gattuso – Abbiamo spostato i reperti, circa 3000, custoditi all’interno del museo con tutte le precauzioni. Prima dell’imballaggio ogni singolo oggetto di interesse archeologico è stato catalogato e sottoposto ad una attenta verifica dello stato di conservazione attuale. Gli stessi reperti sono stati spostati nei locali che hanno ospitato l’ormai ex sala conferenze”. Oggi sono ufficialmente iniziati gli interventi di perimetrazione dell’area interessata dal cantiere di demolizione. “Siamo pronto anche per questo successivo step dei lavori – assicura il direttore Luigi Maria Gattuso – non viene lasciato nulla al caso. Sono in corso di definizione anche i tempi della demolizione”.
Nel Museo archeologico regionale di Gela si prevedono opere per 7 milioni di euro che incideranno sulla revisione dell’intero complesso museale, anche sotto il profilo statico. Ecco perché si è resa necessaria la demolizione degli spazi interni della struttura finita al centro di investimenti dell’intesa che il dipartimento regionale dei beni culturali ha stretto con l’ordine degli architetti della provincia di Palermo. Lavori che si aggiungono a quelli, in corso, per il Museo del mare. Il programma, di complessivi 22 milioni di euro dei fondi regionali ex articolo 38, ovvero le risorse compensative trasferite dallo Stato alla Regione, prevede opere di ammodernamento e riqualificazione di nove musei siciliani, per i quali è necessario effettuare interventi di manutenzione a salvaguardia delle strutture in molti casi provate dal tempo, ma anche di adeguamento dei servizi agli standard europei.