Gela. Un partenariato pubblico-privato per trasformare le aree commerciali del porto rifugio nel nuovo “Marina di Gela”. L’amministrazione comunale, che aveva già preannunciato l’intesa con Sicindustria, ha sottoscritto, insieme agli imprenditori guidati da Gianfranco Caccamo, il protocollo vero e proprio per il rilancio dell’area portuale. Saranno gli industriali a farsi carico dei costi dello studio di fattibilità. Il “Marina di Gela”, almeno in base a quanto riportato nelle carte dell’intesa, mira a finanziamenti pubblici. Sia il Comune che Sicindustria, inoltre, cercheranno di valutare se ci siano le condizioni burocratiche per ottenere una concessione non inferiore a trentacinque anni. Né il sindaco né i confindustriali hanno intenzione di escludere gli operatori, che da anni si battono per avere un porto rifugio, che esca dalle sabbie mobili. Il confronto dovrebbe essere costante. Ormai da tempo, il porto è insabbiato e praticamente inaccessibile.
Il progetto ribattezzato “Marina di Gela” dovrebbe andare di pari passo con quello della darsena commerciale (tagliato però dalla Regione) e con i lavori che dovrebbero servire a superare proprio l’insabbiamento del sito, sempre che possano iniziare (la procedura va a rilento da tempi immemori). Verrà individuato un referente tecnico del Comune che seguirà i rapporti con Sicindustria e la fase del progetto di fattibilità. La collaborazione tra pubblico e privato verrà testata nei mesi e dal Comune fanno sapere che l’intervento dei confindustriali consentirà all’ente di non sostenere costi, neanche in fase progettuale.