Gela. Quattro anni di violenze sulla moglie e sulla figlia. La figlia ammette le violenze. Ad accusare un ambulante cinquantenne è proprio la donna che, in diverse occasioni, sarebbe ricorsa alle cure dei sanitari dell’ospedale Vittorio Emanuele. Sono almeno una quindicina i referti medici rilasciati dopo altrettante visite al nosocomio di Caposoprano. I magistrati della procura, così, hanno deciso di confrontare la versione resa dalla donna con quella della figlia minorenne. L’esame si è reso necessario nel corso dell’incidente probatorio che consentirà di utilizzare le dichiarazioni nell’eventuale proseguo del procedimento penale a carico del cinquantenne. Davanti al giudice delle indagini preliminari Fabrizio Molinari, la minore ha confermato gran parte delle accuse mosse nei confronti del padre. La violenza sarebbe diventata ancora più difficile da sostenere a causa dei problemi economici che affliggevano l’ambulante, pronto a sfogare la sua rabbia proprio tra le quattro mura di casa, ferendo più volte la moglie. La minore ha confermato di aver subito aggressioni dal padre. Il cinquantenne, difeso dall’avvocato Salvo Macrì, invece, ha fin dal primo momento escluso l’esistenza di violenze continuate nel tempo: si sarebbe trattato solo di confronti animati con la consorte. Dopo la testimonianza della figlia, spetterà al gip Molinari assumere le decisioni del caso anche rispetto al proseguo del procedimento penale a carico dell’indagato.