Gela. La zona rossa, che dovrebbe concludersi mercoledì, se i dati saranno favorevoli, sta contribuendo a rafforzare la crisi soprattutto del comparto del commercio locale. Sabato scorso, gli esercenti, gli artigiani e i ristoratori sono scesi in piazza, organizzando un sit-in assolutamente pacifico. Il sindaco Lucio Greco ha scritto al governo nazionale e al premier Mario Draghi. Per l’avvocato, servono supporti economici per le categorie in difficoltà, ma soprattutto certezze sulle riaperture. Questa mattina, Greco, il vicesindaco Terenziano Di Stefano e i rappresentanti delle associazioni datoriali hanno avuto un incontro, in remoto, con il viceprefetto Massimo Signorelli. Ancora una volta l’amministrazione comunale ha chiesto che le istituzioni territoriali si facciano sentire e diano risposte. “E’ il momento di trovare un punto di equilibrio e di far arrivare al governo centrale un forte segnale. Non si può andare avanti così, bisogna intraprendere percorsi nuovi e diversi, in attesa che la curva epidemiologica si raffreddi – ha detto Greco – e comunque a prescindere da questa”. Le associazioni di categoria, come fanno da tempo, chiedono un vero cronoprogramma per la ripresa. “Diciamo basta a questa giostra di colori – hanno rimarcato i rappresentanti delle categorie – perché questi lavoratori e queste lavoratrici non ce la fanno più e chiedono solo di poter tornare a lavorare”.
Greco appoggia la protesta degli esercenti e ha ribadito che l’amministrazione comunale sta predisponendo misure a favore, anche in vista dell’estate. “Sabato hanno manifestato in modo composto e civile – ha aggiunto Greco rivolgendosi al viceprefetto – e li ringrazio per questo. Hanno fatto sentire la loro voce e le loro ragioni in maniera ordinata, dimostrando ancora una volta di essere persone serie, educate e rispettose delle regole. Un motivo in più perchè le istituzioni siano loro vicine. Noi, come Comune, lo stiamo già facendo con tante piccole misure ed iniziative per sostenerli che illustreremo a breve nel dettaglio e delle quali abbiamo già avuto modo di parlare con le associazioni datoriali. Concordiamo insieme il modo per portare le loro voci nelle sedi opportune e confidiamo nell’aiuto della deputazione regionale e nazionale per far arrivare a Palermo e a Roma i problemi di questi lavoratori e di queste lavoratrici”.