Gela. C’è lo stato di agitazione dei dipendenti comunali, stanchi di ricevere solo promesse verbali e non risposte concrete alle tante istanze avanzate in questi anni. Nei giorni scorsi si è svolta una animata assemblea in modalità remota cui hanno preso parte un centinaio di lavoratori. La rappresentanza sindacale unitaria ha illustrato le interlocuzioni già avute in questi mesi con il segretario generale e l’amministrazione comunale. Di passi avanti ne sono stati fatti ma rispetto a tante altre realtà pubbliche le condizioni sono molto diverse. A partire dall’applicazione dei contratti decentrati, firmati e non applicati per negligenza dei dirigenti. Lo stesso segretario generale aveva diffidato i dirigenti ad applicare il contratto ma tutto sembra paralizzato.
Le progressioni verticali sono ferme a cinque anni fa e la valutazione dei dipendenti continua ad essere ignorata. I dipendenti sono intervenuti per lamentare come, quando si tratta delle figure apicali, ovvero i dirigenti, tutti gli incentivi contrattuali vengono applicati e senza ritardi mentre le contrattazioni con la Rsu a volte si perpetuano per mesi.
Con pensionamenti che continuano a susseguirsi molti settori si stanno svuotando senza alcun ricambio. Ragion per cui il carico di lavoro viene distribuito a chi è rimasto in servizio. Mancano le figure intermedie (funzionari) e ci sono dipendenti di fascia inferiori (B, ovvero esecutori) spesso chiamati a svolgere compiti che spetterebbero a profili superiori (C o D). Per queste ed altre ragioni è stato proclamato lo stato di agitazione con l’obiettivo di chiedere un nuovo confronto con l’amministrazione. La situazione è resa ancor più complicata dall’assenza di un segretario generale, che nei giorni scorsi ha rinunciato all’incarico.