Gela. Sono ore decisive per conoscere il “colore” della città dopo due settimane rossa. I dati, non ufficiali, dicono di circa 60 nuovi casi, il che significherebbe aver sforato il limite massimo di 180. Seppur di poche unità ma sarebbe sforato. Ecco perché sono ore di grande trepidazione. C’è il rischio di una proroga della zona rossa, a meno che dalla Regione siano tolleranti e per pochi casi in più decidano di cambiare il colore e passare da rosso quantomeno ad arancione.
Sino a ieri sera i casi accertati erano 156 ma tenendo conto dal 27 aprile al 3 maggio. Oggi ci risulta invece che si terrà conto della settimana che va dal 28 aprile al 4 maggio ed allora la situazione cambia notevolmente perché sembra proprio che i nuovi casi siano almeno 60. Colpa probabilmente di tamponi processati con notevole ritardo e di un corto circuito che è sotto gli occhi di tutti.
Ci sono intere famiglie in quarantena, “ostaggio” della lentezza dell’Asp non solo nel fare il tampone, ma nel processarlo e comunicarlo. Di casi in questi giorni ne abbiamo sentiti a decine. Ci sono studenti che hanno fatto due tamponi e non hanno neanche la risposta del primo, o ancora bambini a cui risultano due tamponi fatti ma in realtà è solo uno. O persone che hanno concluso le due settimane di quarantena ma non hanno nessuna liberatoria. C’è di tutto.
Poi ci sono i commercianti. Attraverso le organizzazioni datoriali hanno fatto sentire la loro voce. Non accetterebbero altre due settimane di zona rossa. CI vanno di mezzo sempre quelli del settore abbigliamento, parrucchieri e centri estetici
“Siamo pronti ad andare in procura – dice Rocco Pardo di Confersercenti – in caso di proroga della zona rossa. C’è un black out totale e non lo accettiamo. Ci sono tamponi smarriti, ripetuti più volte e noi ce la prendiamo con i commercianti. Chiudiamo i parrucchieri e incentiviamo l’abusivismo ed il lavoro nero. Adesso basta!”.
Il Comune chiederà tolleranza alla Regione. Sarà concessa? Lo sapremo tra poche ore.