Gela. Si era già difeso, parlando per diverse ore davanti al gip del tribunale, subito dopo l’arresto, eseguito dai finanzieri, in un’inchiesta coordinata dai pm della procura. Questa mattina, i difensori dell’imprenditore cinquantunenne Massimo Barranco si sono rivolti ai giudici del tribunale del riesame di Caltanissetta. L’imprenditore, già ai vertici della società “Eurograni”, è accusato di essere dietro al crack dell’azienda, che operava nel settore del brockeraggio internazionale dei grani. Secondo pm e finanzieri, avrebbe distratto fondi dalle casse dell’azienda, poi fallita, per trasferirli nel patrimonio di un’altra società, la “Mediterranea”. Per gli inquirenti, avrebbe agito solo per un arricchimento personale e per danneggiare la fase conclusiva delle procedure intanto attivate per la “Eurograni”. Secondo i legali che lo assistono, l’imprenditore non avrebbe mai violato le norme né sarebbe stato responsabile di condotte illecite. In base alle indagini, l’imprenditore avrebbe trovato piena disponibilità tra i professionisti che facevano parte del collegio dei revisori delle due aziende. Anche il liquidatore della “Eurograni” e l’amministratore della “Mediterannea” sarebbero stati a conoscenza di quello che stava accadendo.
Ai giudici del riesame, la difesa, sostenuta dagli avvocati Flavio Sinatra e Antonio Gagliano, si è rivolta per ottenere una profonda rivisitazione delle ragioni che hanno condotto all’arresto dell’imprenditore. Inizialmente sottoposto ai domiciliari, per Barranco subito dopo il blitz è stato disposto l’aggravamento della misura, con la detenzione in carcere. Anche le difese di altri professionisti coinvolti (non sottoposti a misure restrittive personali) si sono rivolti al riesame.