Gela. “L’accordo di programma, che scade il prossimo ottobre, va prorogato”. L’ingegnere Pietro Inferrera e il sindaco Lucio Greco l’hanno spiegato ai senatori della commissione decima industria, che sta “indagando” sull’area di crisi complessa e su quello che ad oggi non ha mai funzionato, visto che i venticinque milioni di euro dell’accordo di programma, praticamente sono rimasti dov’erano, al momento senza progetti finanziati per lo sviluppo del territorio. I senatori stanno affrontando “l’affare” Gela e dall’avvio delle audizioni sono già emerse enormi criticità nell’intera filiera burocratica e amministrativa, fatta anche dalla Regione, dai ministeri e dalle istituzioni locali. Si attende un secondo bando per la presentazione dei progetti, dopo il totale fallimento del primo. Bisognerà anzitutto capire dove collocare le risorse. Come ha spiegato il sentore grillino Pietro Lorefice, che ha posto una serie di domande non solo ad Inferrera e a Greco ma anche a funzionari del Libero Consorzio di Caltanissetta e al dirigente generale del dipartimento attività produttive della Regione Carmelo Frittitta, il governo è orientato per usare fondi propri e non più quelli comunitari, sostanzialmente già “scaduti”. Da Palermo, Frittitta ha fatto capire che non ci sono ancora indicazioni certe, almeno rispetto alla parte dei fondi che sono di competenza della Regione. Greco, anche da un punto di vista politico, non si è tirato indietro nello spiegare che a Gela dovrebbe essere dedicata la stessa attenzione di Taranto, che da tempo è un caso nazionale. “Anche Gela – ha detto l’avvocato – nel tempo è stata asfissiata da un inquinamento ambientale pesante”. Come ha spesso ripetuto, si attende che Stato e Regione diano più supporto. “Che sia chiaro – ha continuato – dopo cinquanta anni di industrializzazione e per quello che ha dovuto patire il territorio, ad oggi Stato ed Eni non hanno fatto niente”. L’amministrazione comunale vira in maniera decisa sul Contratto istituzionale di sviluppo, che potrebbe essere lo strumento forse più adatto per tentare di superare gli ostacoli che hanno depotenziato l’accordo di programma e l’area di crisi. Inferrera ha confermato che negli scorsi giorni, proprio sul Cis, c’è stata una “prima interlocuzione con il ministro Mara Carfagna”. La prima vera richiesta per tentare di ottenere il Cis risale all’ottobre dello scorso anno, quando al governo c’era ancora l’ex ministro dem Giuseppe Provenzano. Lorefice ha battuto molto sulle fasi preliminari all’accordo di programma e all’area di crisi, ribadendo che probabilmente sarà necessario rivedere il Progetto di riconversione e riqualificazione industriale, predisposto sotto la precedente amministrazione comunale. “Quando ci siamo insediati – ha detto ancora Greco – non c’era nulla. Forse, solo un’idea di massima”. Inferrera, che si occupa di pianificazione strategica per conto del sindaco, ha a sua volta spiegato che, se ce ne saranno le condizioni, “il Prri andrà rivisitato”. L’obiettivo principale, in questa fase, sembra comunque sbloccare il nuovo bando di Invitalia, anche se l’incognita dei fondi potrebbe ulteriormente rallentare la procedura, e arrivare alla proroga dell’accordo di programma, per non vanificare tutto. La linea progettuale dell’amministrazione, come è ormai noto, segue l’ipotesi di una portualità commerciale, aprendo all’hub per il transhipment, anche con fondi privati. Il sindaco ha anche firmato un accordo con Sicindustria, per un rilancio del porto rifugio, sempre attraverso un intervento privato. Direttrici progettuali che Greco e l’esperto hanno esposto, rispondendo in commissione industria.
I senatori, almeno dalla Regione, si sarebbero aspettati un intervento della parte politica, ovvero dell’assessore Mimmo Turano, che invece non c’è stato. Inferrera e Greco, però, hanno confermato che su questi temi il confronto è in atto con lo stesso Turano e con i dirigenti dei dipartimenti regionali di riferimento. La strada è ancora molto lunga, tra finanziamenti che non si sono mai trasformati in progetti e una politica che deve necessariamente dare risposte ad un territorio sempre più in crisi, non solo per la pandemia.