“Scuole da chiudere troppi contagi”, mamme alunni “Mattei” pronte a denunciare Asp

 
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Gela. Sono pronte anche ad un’azione legale contro l’Asp. Le mamme degli alunni della scuola “Mattei” non ci stanno a sentire che le scuole sono luoghi sicuri, quando in città i contagi hanno superato quota 500 e la Regione ha decretato la zona rossa. Le scuole hanno registrato decine di casi e le stesse mamme spiegano che il sistema di tracciamento non funziona, con prescrizioni di isolamento che arrivano dopo settimane e con possibili altri casi di contagio, per contatti diretti già avuti. Ora, le mamme chiedono risposte. “La situazione che stiamo vivendo al momento oltre ad essere drammatica è perlopiù paradossale. Assistiamo basite alle dichiarazioni di chi dovrebbe darci sicurezza e garantire la massima prudenza davanti ad una condizione di caos e pericolo. Siamo passati da una fase in cui le scuole erano chiuse, quando i contagi nella popolazione scolastica non arrivavano al 3 per cento, ad oggi, in cui le scuole sono diventate luogo di contagio, e che non si capisce bene per quali motivazioni ci si ostina a mantenere aperte. Siamo mamme che hanno vissuto sulla nostra pelle l’orrore della malattia, siamo mamme che hanno visto morire persone a noi vicine a causa della malattia e siamo mamme a cui viene detto, senza troppe spiegazioni, di continuare a mandare i nostri figli a scuola, in pieno caos e quando la situazione è palesemente sfuggita di mano a chi è demandato al controllo, al monitoraggio del tracciamento e al contenimento della diffusione del virus. Ci piacerebbe chiedere ad Asp – scrivono in una lettera aperta – a quali dati fa riferimento quando si mostra categorica nel dichiarare che “i numeri dell’emergenza, per quel che riguarda le scuole, sebbene non siano da sottovalutare, non sono così gravi da richiedere la chiusura dei plessi e la dad per tutti”; ci piacerebbe sapere cosa intende Asp quando dice che il diritto allo studio deve andare di pari passo con il diritto alla salute, visto che i dirigenti, in questo ultimo anno scolastico hanno fatto il possibile e l’impossibile per dare a noi mamme le garanzie di una scuola sicura affinché ai nostri figli non venisse negato il diritto allo studio e visto che invece Asp che dovrebbe garantire quello alla salute, ha creato, per la sua totale incapacità organizzativa un effetto domino che piuttosto che contenere il contagio lo ha forse facilitato, inviando comunicazione di quarantene obbligatorie alla fine delle stesse, come se il provvedimento potesse avere un effetto retroattivo, generando il panico tra chi veramente sente addosso la responsabilità della salute dei propri figli e dei propri cari”.

I genitori parlano di una situazione “fuori controllo”. “Ad oggi la situazione è del tutto fuori controllo, l’Asp di Caltanissetta sul territorio gelese non è in grado di monitorare il tracciamento dei contagi, di dare tempestivamente nè le comunicazioni di quarantena obbligatoria nè i risultati dei tamponi a chi è a fine quarantena, con il risultato pericolosissimo che molte famiglie ricevono il provvedimento di quarantena con effetto retroattivo a quasi due settimane, in pratica i bambini e la famiglia tutta, dopo avere avuto contatti di ogni tipo, viene informata della quarantena obbligatoria a fine periodo. Una procedura che potrebbe essere fortemente lesiva della sicurezza pubblica e del diritto alla salute. Le famiglie, spesso ignorando la situazione, in via cautelativa rimangono segregate a casa, mettendo a rischio sia il proprio lavoro che trattamenti sanitari in corso, nonché, sempre in via cautelativa, sono costrette a non mandare gli altri figli in altre classi o in altri plessi avendo il fratello o la sorella in quarantena obbligatoria seppur “retroattiva”. Chiediamo, al di fuori delle strumentalizzazioni politiche, che ci vegano date le risposte alle domande poste. Chiediamo – si legge ancora nell’appello pubblico – un incontro con Asp e con sua eccellenza il prefetto, affinché si possa raggiungere la determinazione di una chiusura preventiva, visto che i numeri dell’emergenza, non veritieri allo stato, non giustificherebbero un provvedimento di chiusura delle scuole, per dare ad Asp la possibilità di riallineare i dati e la tempistica delle comunicazioni suddette, così da riacquistare la consapevolezza che le scuole sono un luogo sicuro e che, veramente, il diritto allo studio possa andare di pari passo con il diritto alla salute”. Le mamme confermano la volontà di avvalersi di azioni giudiziarie. “Rimaniamo convinte che il silenzio degli organi competenti – concludono – non ci impedirà di attivare qualunque via, anche legale, per tutelare i nostri fondamentali diritti”.

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