Cartelle “pazze” per dieci anni: l’imprenditore accusa, “dovevo pagare 800 euro e ne chiedevano 9 mila”

 
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Gela. “Per dieci anni ho ricevuto cartelle Tarsu totalmente infondate. Avrei dovuto pagare, in media, circa 800 euro e, invece, ho ricevuto cartelle fino a 9 mila euro”. Le cartelle contestate. L’imprenditore Salvino Legname, tra i responsabili di una storica azienda attiva nel settore della rettifica motori, attende ancora la definizione di una transazione con gli uffici di Palazzo di Città. “Nelle scorse settimane – spiega – i tecnici del comune si erano impegnati a concludere l’accordo. Fino ad oggi, però, pare che manchi la firma del sindaco. Non si può far morire un’azienda in questo modo”. Legname si è fatto carico di chiedere chiarimenti non solo in relazione alla sua azienda ma anche rispetto ad altre imprese attive nell’area industriale ex Asi di contrada Brucazzi. “Davanti a conteggi totalmente errati – continua- ho sempre scelto di non pagare. Adesso, però, ho difficoltà bancarie che non mi consentono di raggiungere gli obiettivi di produzione che mi ero fissato. Nel corso del tempo, ho ricevuto cartelle di pagamento Tarsu fino a 9 mila euro. La mia attività produce quasi esclusivamente rifiuti speciali che smaltisco separatamente, spendendo somme ingenti. Per questo motivo, ho più volte chiesto un sopralluogo dei tecnici del comune nell’area aziendale. Solo nelle scorse settimane, ho ricevuto il sì definitivo”. Nel corso della trattativa, l’imprenditore è stato assistito dai suoi legali di fiducia che hanno esposto tutte le incongruenze venute a galla.

Verifiche in corso. Da Palazzo di Città fanno sapere che le verifiche sono in corso non solo sul caso dell’azienda di Salvino Legname ma anche su quelli di molte altre imprese con sede in contrada Brucazzi. “Aspetto che questa transazione si possa concludere – ammette ancora – durante le riunioni in municipio ho scelto di farmi assistere non solo dai miei avvocati ma anche da Renzo Caponetti, presidente dell’associazione antiracket locale. In questo modo, tutti dovranno farsi un’idea di come sono andate le cose”. La crisi economica che ha colpito tante piccole aziende locali viene ulteriormente rafforzata proprio da pendenze come quella della Tarsu. “Noi abbiamo sempre voluto pagare ma non possiamo accettare di subire stangate ingiustificate – conclude Legname – se qualcuno ha sbagliato nei calcoli, dovrà pagare”.

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