Rilancio porto con Sicindustria, comitato: “Operatori e cittadini mai informati”

 
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Ascanio Carpino e Massimo LIvoti del comitato pro-porto

Gela. Totalmente all’oscuro dell’intesa raggiunta dal Comune e da Sicindustria per il rilancio del porto rifugio, con il progetto già ribattezzato “Marina di Gela”. I componenti del Comitato pro-porto confermano che il sindaco Lucio Greco non ha mai fornito alcuna comunicazione, neanche al gruppo di lavoro sul porto istituito a Palazzo di Città. Il comitato, da anni, segue tutte le travagliate vicende che toccano l’area portuale e fa però sapere che ogni tipo di progetto, compreso quello con i privati, dovrà passare dalla Regione, “attualmente unica proprietaria della struttura”. “Apprendiamo la notizia  che il sindaco,  senza coinvolgere i componenti del comitato porto del Golfo di Gela che raggruppa le associazioni presenti all’interno dell’area portuale, concessionarie  da decenni, ha firmato un accordo con un’associazione rappresentativa degli industriali,  per un progetto di riqualificazione dell’esistente area del porto rifugio. L’intenzione a quanto pare, potrebbe essere  di privatizzare tutta  quell’area, concedendo la gestione demaniale del porto rifugio di Gela. Verrà  presentato  un progetto alla Regione Siciliana per finanziare l’opera di restyling – dicono i componenti del comitato –  ovviamente il tutto non è stato condiviso con gli operatori portuali , diportisti, pescatori e cittadini”. Per il comitato, allo stato, manca “chiarezza” su un accordo “uscito dal cilindro all’improvviso”. “Forse, si ritiene più conveniente che i cittadini non sappiano?”, si chiedono i componenti del comitato. Ora, attendono indicazioni precise dal sindaco e dall’amministrazione comunale, mentre i lavori mai partiti sono ancora una volta finiti nel limbo della burocrazia. In finanziaria sono stati inseriti due milioni di euro per il sito.

“Comunque, va ricordato – concludono – che tutto dovrà eventualmente passare al vaglio dei  tavoli regionali. La Regione Siciliana è l’unica proprietaria della struttura portuale. Inoltre, sarà necessario il vaglio del Ministero dell’ambiente e di quello delle infrastrutture, visto che il porto rifugio rientra nel Sito di interesse nazionale”.

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