Gela. Quattro anni e quattro mesi di reclusione per il duplice omicidio stradale di Nuccia Vullo e della figlia, la piccola Ludovica Caracappa. I giudici della Corte d’appello di Caltanissetta hanno confermato la decisione del gup del tribunale di Gela nei confronti del giovane Salvatore Rinella. La difesa aveva scelto l’abbreviato. Era alla guida della sua Fiat Panda, quando travolse e uccise mamma e figlia, che erano appena uscite da un locale della zona e si stavano dirigendo verso la loro automobile. Per Nuccia Vullo e per la piccola Ludovica non ci fu nulla da fare. Vennero trascinate per alcuni metri. Rinella, probabilmente preso dal panico, non prestò soccorso e si allontanò. Le ferite riportate dalle vittime si rivelarono mortali. I giudici di appello hanno valutato il ricorso presentato dal difensore di Rinella, l’avvocato Salvatore Incardona. Facendo riferimento soprattutto alle perizie tecniche, anche in appello ha richiamato la possibilità di un concorso di colpa. I magistrati nisseni non hanno accolto le indicazioni, confermando la condanna, così come chiesto dalla procura generale. Quanto accaduto in via Venezia, in quella tragica notte, sconvolse la famiglia delle vittime. Il marito di Nuccia Vullo e padre di Ludovica, Luigi Caracappa, ha sempre chiesto giustizia e ha seguito l’intero procedimento, dalla fase di indagine e fino al giudizio di secondo grado. E’ parte civile, così come i genitori di Nuccia Vullo, nonni di Ludovica. I legali dei familiari, gli avvocati Riccardo Balsamo, Gaetano Purpura, Seba Virga e Gionata Virga, hanno ribadito anche in appello le responsabilità di Rinella e la sussistenza di tutte le condizioni per confermare la decisione di primo grado. Hanno seguito la linea della procura generale, ripercorrendo tutti gli aspetti di quanto accaduto.
Rinella, davanti ai giudici di appello, ha spiegato che ancora oggi risente psicologicamente delle conseguenze di quell’incidente mortale. Ha chiesto scusa a tutti i familiari delle vittime. Per le famiglie Caracappa e Vullo la perdita di Nuccia e Ludovica è un vuoto ancora oggi incolmabile. Sono spesso in prima fila nelle manifestazioni pubbliche per chiedere più sicurezza nelle strade e ricordare le vittime. Anche in appello è stato confermato il diritto al risarcimento dei danni. La difesa di Rinella preannuncia che si rivolgerà alla Cassazione, non appena le motivazioni verranno depositate.