Gela. Ha lavorato per circa venti anni in raffineria, impegnato nei controlli non distruttivi e dipendente di diverse aziende dell’indotto. Per l’operaio Francesco Giurato, da circa un anno non c’è più spazio. Né i sindacati né le organizzazioni datoriali hanno più dato seguito alla vertenza. Giurato è stato licenziato nell’agosto dello scorso anno e anche la lista di disponibilità dell’indotto storico, ad oggi non è servita a nulla. “Non riesco a capire – dice il lavoratore che nell’ultimo periodo prima del licenziamento era alle dipendenze della piemontese “Bytest” – ho una lunga esperienza e nel tempo ho ottenuto tutti i patentini e le certificazioni. Non ho mai avuto problemi sul lavoro e nonostante i cambi di contratto negli appalti ho sempre avuto la riconferma con tutte le aziende. Io e altri colleghi avevamo dato la disponibilità alla trasferta per conto di “Bytest”. Poi, non ho più avuto riscontri, ma ho ricevuto il licenziamento. Da allora, solo silenzio e mi dispiace soprattutto che l’organizzazione sindacale con la quale ero tesserato, la Uilm, non abbia più dato riscontro a nulla. Dopo venti anni e con la mia esperienza, sono rimasto senza un lavoro e trovare un’occupazione, soprattutto in questo periodo, sta diventando impossibile”. Giurato chiede che la sua vicenda possa essere presa in considerazione. Il contratto per i controlli non distruttivi in raffineria è attualmente assegnato alla romagnola “Control”, che ha effettuato assunzioni.
“Per anni, ho condotto i controlli praticamente su tutti i materiali che entravano in raffineria – conclude – c’era massima fiducia sulla mia attività. Spero che il mio appello venga preso in considerazione, anche perché raffineria ha sempre tenuto in assoluta considerazione il lavoro, anche dell’indotto e degli operai”. L’operaio, nel silenzio più assoluto sulla sua vicenda, ha anche scelto di rivolgersi al giudice del lavoro rispetto al licenziamento deciso da “Bytest”.