Gela. C’è anche il pozzo “Lince 1” tra quelli che hanno ricevuto il via libera del ministro della transizione ecologica Roberto Cingolani, che ha firmato il provvedimento di compatibilità ambientale, chiudendo la fase di valutazione Via. Il progetto di Eni prevede attività di esplorazione per la ricerca di idrocarburi, lungo un tratto del Canale di Sicilia, tra Gela, Licata e la costa ragusana. La procedura al ministero prosegue e per il progetto “Lince 1” ha avuto inizio sette anni fa. Sono in totale undici i pozzi autorizzati dal ministero, almeno sul piano della compatibilità ambientale. Scelte che sono state subito contestate dalle associazioni ambientaliste, che le ritengono non in linea con le norme in materia di riconversione ambientale e di superamento delle fonti fossili. “Questi progetti aumentano anche la pressione antropica su mari che sono ecosistemi sempre più fragili e che stanno già soffrendo pesantemente come l’Adriatico, come testimoniano tutti gli studi della stessa Commissione Europea. Per Cingolani e il governo Draghi evidentemente l’emergenza non è quella climatica ma quella di premiare i progetti dei petrolieri”, scrivono in una nota le associazioni del Forum H2o. Sono tutti provvedimenti rilasciati su concessioni già in essere e che non vengono toccate dalla moratoria. Il provvedimento ministeriale è stato trasmesso anche a Palazzo di Città.
Ad oggi, tutti i pareri di compatibilità sono stati emessi e il progetto va avanti, in un’area a “24 chilometri dalla costa e ad una profondità di 605 metri”. Le stesse associazioni, comunque, parlano di un progetto che in parte rientra nelle 12 miglia.