Autotrasportatore accusato di violenza sessuale su una familiare, è stato assolto

 
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Gela. L’accusa era pesante. Un autotrasportatore era ritenuto responsabile di violenza sessuale ai danni di una donna, sua familiare. Il collegio penale del tribunale, presieduto dal giudice Miriam D’Amore, a latere Ersilia Guzzetta ed Eva Nicastro, ha però emesso una decisione di assoluzione. Una vicenda che i pm della procura hanno ricostruito sulla base di quanto raccontato proprio dalla donna, che avrebbe subito prima le avances e poi atti sempre più spinti. Anche i rapporti di parentela avrebbero inciso sull’intero quadro riassunto dagli inquirenti. In aula, al termine della requisitoria, il pm Ubaldo Leo ha chiesto la condanna a sei anni di detenzione per l’imputato, ritenendolo responsabile di quanto accaduto. Stessa linea seguita dal legale della donna, l’avvocato Ivan Bellanti, che ha concluso per la condanna. La difesa, rappresentata dal legale Nicoletta Cauchi, anche producendo una sentenza legata a fatti correlati, ha però escluso qualsiasi fondamento nella ricostruzione investigativa e in quella riportata dalla donna. Tra le altre cose, per l’attività lavorativa svolta, l’imputato spesso si trova fuori dalla città, anche per lunghi periodi di tempo, e secondo il legale nei giorni presi in esame dagli inquirenti ci sarebbero stati forti dubbi sull’effettiva presenza dell’autotrasportatore. Falle ricostruttive che per il legale avrebbero dimostrato l’assenza di una linea chiara, anche nei racconti della donna che sarebbe stata presa di mira.

Proprio perché convinto della sua innocenza, l’imputato decise di non optare per riti alternativi, volendo invece affrontare il dibattimento davanti al collegio. I giudici, alla fine, hanno deciso per l’assoluzione.

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