Gela. La situazione del fiume Gela è sempre più difficile. Sversamenti e reflui non depurati sono frequenti e a risentirne è anche il tratto di costa, nel quale si riversano le acque dell’affluente. Questa testata ha più volte segnalato le tante anomalie e i chiari segnali di inquinamento delle acque. Chi frequenta la zona, si è imbattuto in pesci morti e in tracce di una contaminazione da verificare attentamente. Nell’ottobre di un anno fa, dopo l’ennesimo sversamento sospetto, il presidente della commissione consiliare ambiente Rosario Trainito chiese interventi e verifiche, per tentare di individuare i responsabili. Dopo i recenti fatti, il consigliere torna a chiedere attenzione su quell’area. “Non posso che dirmi assolutamente rammaricato rispetto ad una situazione che ormai da un anno a questa parte sta diventando incontrollabile. Un giorno rosso, un giorno giallo, un altro nero, un variopinto mix di colori maleodoranti che sta prendendo sempre più piede senza che nessuno intervenga. Gela da qualche anno – dice – sta godendo dal punto di vista ambientale, ma non economico, un beneficio dall’eliminazione del petcoke. Eni sta bonificando, seppur a rilento, e nessuno può permettersi il lusso di inquinare in altro modo. Come presidente della commissione sanità e ambiente, chiederò una presa di posizione netta da parte dell’amministrazione. Bisogna vigilare e controllare, così da individuare i veri responsabili di questo scempio ambientale, facendo in modo che chi sbaglia venga punito penalmente e risarcisca il nostro territorio”.
Trainito e i consiglieri della commissione stanno predisponendo un sopralluogo nella zona, insieme ai tecnici del settore ambiente del Comune. Trainito teme che il danno possa essere ben peggiore e ricadere sui cittadini, che con il periodo estivo frequenteranno anche le zone limitrofe a quella degli sversamenti.