Gela. Lo ha sostenuto in campagna elettorale e due anni fa è stato tra i consiglieri dell’attuale maggioranza che ha ottenuto più voti. Oggi, però, il rapporto politico tra il presidente della commissione consiliare sanità Rosario Trainito e il sindaco Lucio Greco sembra essere arrivato al capolinea. Trainito ha lasciato, ad inizio anno, il gruppo di “Un’Altra Gela”, quello di riferimento del sindaco. Le incomprensioni erano già evidenti e la scorsa settimana, proprio Trainito ha protestato platealmente insieme all’ala “critica” della maggioranza, non partecipando ai lavori dell’assise civica e chiedendo trasparenza nelle scelte. Una decisione maturata dopo l’intesa tra Greco e Italia Viva, della quale nessun alleato era stato informato. Il caso dei renziani in giunta, però, è solo l’ultimo di una lunga serie. Ieri, Greco è stato durissimo, parlando addirittura di “traditori” ancora presenti nella sua maggioranza. Trainito rimanda al mittente l’invettiva politica e anzi rilancia. Spiega di aver sempre rispettato i patti elettorali e certamente di non aver mai gestito “potere”, come invece ha fatto intendere Greco, nella sua controffensiva. “Non mi sento minimamente toccato dalle parole del sindaco perché, punto primo, non ho mai chiesto niente anzi è stato lui durante la campagna elettorale a dirmi “sarai vicino a me”. Io ho sempre fatto il mio dovere e sono sempre stato coerente votandolo e facendolo votare. Ho lasciato “Un’Altra Gela” – dice – perché giungevano imposizioni che non ho mai condiviso e accettato. Non sono uno yes man, ma un ragazzo con la schiena dritta senza scheletri nell’armadio. Quindi, non capisco cosa intenda il sindaco quando fa riferimento al “passare indipendente per opportunità solo per avere potere”. Potere per cosa? Per votare tutti gli atti, come ho sempre fatto per coerenza?”. Trainito ritiene ormai che sia stato il sindaco a tradire il progetto politico e a non rispettare quello che fu lo spirito dell’alleanza di due anni fa, che servì a vincere le amministrative.
“Tra l’altro mi sono candidato nella sua lista, nella quale era quasi impossibile essere eletti, per rispetto e delicatezza nei suoi confronti. Avevo un mio progetto politico al suo fianco. Invece, è lui che ha tradito il patto elettorale – accusa Trainito – mettendo dentro anche chi non l’ha sostenuto e promettendo a tutti assessorati e sottogoverni. Io ho fatto una semplice e serena analisi dei fatti. Poi, è lui, il sindaco giusto, che ha ritenuto di sferrare un ingeneroso attacco. Posso solo prenderne atto. Certamente, mi dispiace, soprattutto dopo essermi speso per lui”. Trainito ha sempre chiesto pubblicamente un cambio di rotta al primo cittadino, ma ad oggi le parti sono sempre più distanti e probabilmente il dissenso interno si farà ancora sentire, soprattutto dopo il veemente affondo dell’avvocato.