Gela. L’unico acceleratore lineare avviato presso l’unità operativa complessa di Radioterapia anche ieri ha accusato problemi.
Fino alle undici del mattino non è stato possibile effettuare esami, con un inevitabile disagio per i numerosi pazienti oncologici costretti ad una estenuante attesa. Ad aggravare la situazione in città, il pericolo chiusura del servizio radiologico di Risonanza magnetica per infiltrazioni d’acqua nei locali.
A detta della segreteria della Cgil, comparto sanità, “ci sono troppi problemi irrisolti che frenano lo sviluppo delle cure oncologiche e radiologiche in città – commenta Giuseppe Cirignotta, esponente della Rsu – Presso la nuova struttura di prevenzione e cura delle malattie tumorali, intitolata alla memoria di Crocifisso Moscato, manca un servizio infermieristico stabile e un addetto all’accettazione. I pazienti rimangono ore in attesa senza alcuna assistenza, se non quella dei medici violando i termini di legge. Manca anche un coordinatore dei tecnici di radioterapia e un coordinamento con la stessa unità operativa di Radiologia”. La Radioterapia, entrata in funzione lo scorso anno, ha permesso di assistere 230 pazienti, 200 dei quali hanno seguito un trattamento oncologico. Attualmente sono 22 i soggetti che si rivolgono alla struttura di cura e prevenzione delle patologie tumorali diretta da Giovanni Cartia. Non va meglio in ospedale, dove il servizio di Risonanza magnetica rischia di essere sospeso a causa di problemi strutturali. Con una circolare interna i tecnici del presidio dell’Azienda sanitaria provinciale di via Palazzi avrebbero confermato il problema strutturale, rilevando infiltrazioni d’acqua dalle pareti. Il management dell’ospedale “Vittorio Emanuele” non conferma l’indiscrezione e nella giornata di ieri alcuni pazienti sono stati sottoposti alla Risonanza magnetica. Nelle prossime ore potrebbe essere adottato il provvedimento radicale con un blocco momentaneo delle attività.
