Blitz “Inferis”, un gruppo criminale comandato da Peppe Alferi? Arriva il ricorso in cassazione

 
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Gela. La battaglia legale sull’effettiva esistenza del gruppo capeggiato dal boss Giuseppe Alferi arriva direttamente davanti ai giudici della Corte di cassazione.
Il no alla ricusazione finisce dai giudici romani.A proporre ricorso è stato l’avvocato Giacomo Ventura, difensore di fiducia di Francesco Giovane tra i condannati in primo grado davanti al giudice dell’udienza preliminare del tribunale di Caltanissetta a conclusione del procedimento scattato dopo il blitz “Inferis”. Nelle scorse settimane, all’apertura del processo d’appello, il legale di Giovane insieme ad altri colleghi del pool difensivo ricusarono la corte. Alcuni componenti del collegio, infatti, avrebbero già emesso provvedimenti nei confronti degli imputati in altri gradi, riconoscendo appunto l’esistenza del clan Alferi. Per questo motivo, è scattata la ricusazione. L’eccezione sollevata dalle difese, però, è stata respinta. Quindi, il dibattimento di secondo grado procede davanti alla corte presieduta da Sergio Nicastro, affiancato dai colleghi Miriam D’Amore e Giovanni Tomaselli. Il legale di fiducia di Francesco Giovane, però, ha impugnato il no alla ricusazione proprio in cassazione. Il fatto di essersi pronunciati, in altri gradi del procedimento, sull’effettiva esistenza del gruppo criminale retto da Peppe Alferi, renderebbe parziale il giudizio dei giudici nisseni e, inoltre, andrebbe nettamente a contrastare con la linea da sempre seguita dalle difese degli imputati, ovvero l’inesistenza di una famiglia criminale gestita da un unico capo, ovvero lo stesso Peppe Alferi.

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