Gela. Un’indagine molto lunga che permise di ricostruire un presunto vasto giro di prostituzione in città. Appartamenti e case rurali. Giovani donne che avrebbero incontrato clienti facoltosi in appartamenti e abitazioni rurali. Adesso, sono in due a rispondere di quei fatti: i magistrati della procura li ritengono tra gli organizzatori del giro. Davanti al giudice Manuela Matta, è stato sentito uno dei carabinieri che si occupò di effettuare le indagini. L’investigatore ha risposte alle domande formulate dal pubblico ministero Giampiero Cortese e dai legali di difesa, gli avvocati Vittorio Giardino e Ennio Condorelli. A tenere le redini e a organizzare gli appuntamenti sarebbe stata la donna finita a giudizio insieme all’ex titolare di una gioielleria.
Commercianti e professionisti. Nel corso delle indagini, comunque, emerse anche la figura di un commerciante del centro storico, successivamente deceduto. Le presunte prestazioni dietro pagamento venivano garantite da donne legate proprio alle menti del gruppo. Il processo ai due imputati partì a conclusione di un’inchiesta molto più ampia legata anche alla ricostruzione di vicende interne ai gruppi di cosa nostra locale. Intanto, dopo l’esame del carabiniere che ha ricostruito alcuni episodi al centro delle indagini, il giudice Matta ha rinviato al prossimo 16 settembre.