Gela. In primo grado, il collegio penale del tribunale di Gela aveva disposto la condanna a due anni e otto mesi di reclusione. L’ex titolare di un supermercato, in città, ha però ottenuto la chiusura del procedimento a suo carico. I giudici della Corte d’appello di Caltanissetta, accogliendo una delle richieste del difensore, l’avvocato Francesco Enia, hanno dichiarato la prescrizione e il conseguente non doversi procedere nei confronti di Carmelo Manuello. Finì a processo, dopo che i pm della Dda di Caltanissetta gli contestarono l’accusa, pesante, di aver messo a disposizione alcuni suoi magazzini, usati da esponenti locali di Cosa nostra per veri e propri summit di mafia. Alcune riunioni vennero monitorare nella zona di via Gorgia. Inoltre, era ritenuto responsabile di aver fatto da tramite nella messa a posto di altri operatori commerciali del settore. Accuse che la difesa, già in primo grado, aveva nettamente respinto, richiamando sentenze che portarono alla condanna di esponenti dei clan, perché responsabili di aver messo sotto estorsione lo stesso Manuello. L’esercente, che spiegò di aver lasciato la sua attività per i danni economici causati dalla pressione mafiosa, si è sempre detto vittima dei clan.
In primo grado, la difesa aveva condotto valutazioni sul periodo di contestazione delle accuse, sottolineando che le eventuali condotte illecite si sarebbero concentrate solo tra il 2003 e il 2005, non escludendo appunto la prescrizione. Il collegio penale dispose la condanna, poi impugnata dal legale, che adesso ha ottenuto una pronuncia che chiude il giudizio.