Gela. Si batte da anni perché in città vengano rafforzati i servizi sanitari in favore di chi soffre di disturbi mentali o si trova in difficoltà psichica. Per Francesco Tilaro, sindacalista e componente del comitato “Sos Vittorio Emanuele”, anche quella di ieri, con il giovane che si è tolto la vita all’interno della villa comunale, è stata “una morte annunciata”. “I tantissimi suicidi nel distretto socio-sanitario di Gela sono da anni una emergenza sociale. Un’emergenza sociale andrebbe affrontata dalle autorità politiche e sanitarie che invece colpevolmente latitano”, ha scritto. La percentuale di pazienti che soffrono di queste patologie è molto alta. “Gli oltre 2.500 ammalati con disturbi mentali non vengono adeguatamente curati come prevede il Sistema sanitario nazionale. Pertanto, questa emergenza sociale continua a rimanere un problema irrisolto”, aggiunge.
Le attuali strutture non bastano e servirebbe un rafforzamento. Anche il reparto di psichiatria, all’ospedale “Vittorio Emanuele”, è chiuso da circa un anno, da quando è partita la pandemia da Covid. Tanti pazienti rimangono senza punti di riferimento veri. “Nemmeno questi drammi riescono a smuovere l’inedia dei responsabili politici e sanitari”, conclude Tilaro.
Questo è il primo blocco di testo
Questo è il secondo blocco
La chiusura di psichiatria è stato un orrore grandissimo.
Occorre, a mio parere, anche ampliare l’organico del Centro di salute mentale.
Troppi persone con deficit mentali non assistiti in maniera adeguata.
Il diritto alla salute è sancito dalla costituzione e va tutelato.
Le persone con queste patologie hanno diritto ad una vita dignitosa!!!