Gela. I conti postali intestati al comune sono in sofferenza.
Bloccato circa mezzo milione d’euro. Proseguono, infatti, nonostante le continue diffide partite dagli uffici di Palazzo di Città, le azioni di rivalsa e i pignoramenti su quegli stessi conti attivati presso Poste Italiane. Addirittura, su uno dei conti intestati all’ente la somma pignorata, fino allo scorso febbraio, arrivava a mezzo milione di euro. Secondo i funzionari del settore bilancio, però, la responsabilità andrebbe a cadere proprio su Poste Italiane che avrebbe consentito i pignoramenti nonostante la normativa in materia precisi che “non sono ammesse procedure di esecuzione e di espropriazione forzata nei confronti degli enti locali presso soggetti diversi dai rispettivi tesorieri”.
Il braccio di ferro con Poste Italiene. In sostanza, non si sarebbero dovuti toccare i conti attivati presso Poste Italiane ma solo quelli tenuti da banca Unicredit che, allo stato attuale, svolge il servizio di tesoreria per conto di Palazzo di Città. Soldi pignorati che, di conseguenza, non possono finire nelle casse del municipio. Adesso, a circa cinque anni dalle prime diffide, il comune ha scelto di passare alle vie legali. La giunta comunale ha già nominato un proprio legale di fiducia per agire contro le poste. Un braccio di ferro da centinaia di miglia d’euro.