Gela. Secondo le accuse, arrivò a minacciare di morte il padre di una donna, con la quale aveva una relazione sentimentale. Il trentacinquenne finito a processo, davanti al giudice Eva Nicastro, l’avrebbe affrontato mimando il gesto della pistola, pare per intimorirlo ulteriormente. Tra i due la tensione era molto alta, perché il padre della donna si opponeva alla relazione. La figlia aveva lasciato il marito e la famiglia, pur di proseguire la relazione con l’imputato. Il trentacinquenne, al termine del dibattimento, è stato condannato, ma solo al pagamento di una multa. Nel corso dell’istruttoria, la difesa, sostenuta dall’avvocato Salvo Macrì, ha ridimensionato l’accaduto, escludendo che ci fosse mai stata l’intenzione di fare del male al rivale. Solo la tensione avrebbe portato l’imputato a minacciarlo.
Dai banchi dell’accusa è comunque arrivata una richiesta di condanna, a sei mesi di detenzione. Gli elementi acquisiti nel corso del dibattimento, hanno convinto il giudice a riqualificare il fatto nell’ipotesi meno grave. La difesa valuterà comunque un possibile ricorso in appello.