Gela. L’intera organizzazione della fase vaccinale sul territorio deve essere rivista, rilanciando i servizi sanitari soprattutto a Gela. E’ il Pd provinciale che prende posizione e lo fa ufficialmente, attraverso le parole del segretario Peppe Di Cristina. La dirigenza dem, negli ultimi giorni, ha ricevuto più segnalazioni, anche da operatori del settore. “Siamo praticamente a marzo – dice Di Cristina – e non c’è un vero e proprio cronoprogramma sulle successive tappe per le vaccinazioni, non solo delle fasce deboli come quella degli ultraottantenni, ma anche per settori sensibili come le scuole”. Il segretario fa inoltre notare che ospedali come il “Vittorio Emanuele” e il “Sant’Elia” non possono fungere da siti per la vaccinazione e i tamponi. “In questi giorni – dice ancora – abbiamo potuto notare che negli ospedali principali del territorio si creano assembramenti e non ci sono le necessarie misure per separare le attività di vaccinazione da quelle ordinarie. Il rischio di diffondere infezioni è alto, mettendo in pericolo non solo gli utenti ma anche il personale sanitario”. La proposta del segretario dem è piuttosto chiara, bisogna effettuare vaccinazioni e tamponi fuori dagli ospedali.
“Utilizziamo le palestre o le strutture dismesse dei Comuni. La sanità a Gela deve ripartire – conclude – e non è ammissibile che la chirurgia sia accorpata all’ortopedia, con il risultato che vengono trasferiti pazienti in altre Asp, per mancanza di posti letto e perché non c’è una rianimazione non Covid”.