Gela. Lo scippo si verificò nell’agosto dello scorso anno, a Casuzze, frazione balneare di Santa Croce Camerina. Ad una settantenne venne strappata la collana d’oro che portava al collo. Da quanto emerso, ad agire, affrontando la vittima, fu il ventiseienne gelese Salvatore Cannizzaro, con precedenti penali alle spalle e sottoposto alla sorveglianza speciale. Al termine del giudizio abbreviato, il gup del tribunale di Ragusa lo ha condannato a quattro anni e sei mesi di reclusione. Non gli veniva contestato solo lo scippo, ma anche le lesioni subite dalla donna, la violazione della sorveglianza speciale e ancora l’aver fornito false generalità ai carabinieri che dopo qualche ora fermarono l’auto sulla quale viaggiava. Difeso dall’avvocato Rocco Cutini, per lui la richiesta del pm della procura di Ragusa era ancora più pesante, sei anni e quattro mesi di detenzione. Il legale ha comunque sollevato alcune osservazioni rispetto ai capi di accusa, anche se la donna scippata riuscì a riconoscere l’imputato, senza lasciargli troppe possibilità. Insieme a Cannizzaro, secondo i pm della procura ragusana e i carabinieri, agirono due complici.
Condanne a tre anni e otto mesi di detenzione sono state pronunciate per Stefano Cammilleri (36 anni) e Paolo Raitano (25 anni). Difesi dagli avvocati Giuseppe Fiorenza e Francesco Enia, in base all’esito delle indagini avrebbero fatto da palo, accompagnando Cannizzaro. Oltre che dello scippo, rispondevano delle lesioni arrecate alla settantenne. Le difese hanno sempre spiegato che i due imputati, a loro volta ammessi all’abbreviato, non avrebbero avuto nessuna consapevolezza di ciò che volesse fare Cannizzaro né parteciparono all’azione, come invece hanno ricostruito i pm ragusani. Per i tre è stata riconosciuta la recidiva. Le difese attenderanno le motivazioni e probabilmente impugneranno in appello.
