Gela. La nave greca è al centro dell’attenzione, come già anticipato dai componenti della delegazione provinciale Fai. Sarà incentrato sul successo della mostra di Forlì “Ulisse. L’arte e il mito” il primo incontro, in webinar, organizzato dalla delegazione guidata dalla docente Giulia Carciotto. Il presidente della Regione Nello Musumeci ha più volte preannunciato che la mostra si terrà anche in città. Quella di Forlì è stata candidata al Global Fine art Awards, uno dei riconoscimenti più prestigiosi del settore. E’ stata la prima volta, in un’esposizione ufficiale, per i resti della nave trovata nei fondali della costa locale. La webinar è stata organizzata, per il prossimo 19 febbraio, dalle 18, e sarà possibile collegarsi attraverso il link seguente https://zoom.us/webinar/register/WN_aYgGuxFBRFWl01Z4x9ML6A.
Sono previsti gli interventi del presidente Fai Sicilia Giuseppe Taibi, della Soprintendente dei Beni culturali di Caltanissetta Daniela Vullo e del Direttore del Parco archeologico di Gela Luigi Gattuso. Il confronto sarà ancora più ampio e vedrà la partecipazione del curatore della mostra romagnola, Gianfranco Brunelli. “Si prospetta come una lectio sul mito universale di Ulisse, che da più di tremila anni domina la cultura del Mediterraneo e l’arte e che ha dato vita alla mostra di Forlì paragonabile a quelle programmate dai più grandi musei internazionali. Candidata al Global Fine Art Awards, un concorso internazionale d’arte che premia le mostre più innovative, le 250 opere hanno dato vita ad un vero e proprio viaggio nell’arte, dall’antichità al novecento, dal Medioevo al Simbolismo fino alla Film Art Contemporanea. Non solo la nave arcaica di Gela, simbolo d’eccellenza del viaggio – si legge in una nota Fai – ma anche opere di Rubens, De Chirico, Waterhouse, miniature medioevali hanno accompagnato il visitatore, novello viaggiatore in balìa delle onde del mare e dell’umore di Poseidone, alla scoperta dell’eroe Ulisse ma soprattutto del suo mito divenuto archetipo, messaggio universale. E’ così che l’Odisseo cantato da Omero diviene uomo del nostro tempo con le sue paure, mai uguale a se stesso, mosso da quella sete di conoscenza che accompagna gli esseri umani sin dalla preistoria. E’ così che alla fine del percorso espositivo, il visitatore scopre di essere egli stesso Ulisse e che forse, come scrisse il poeta greco Kafavis, il senso di questo viaggio universale, che in fondo è la vita, è il viaggio stesso”.