Gela. I carabinieri, impegnati nei controlli antidroga in città, lo arrestarono quattro anni fa, perché accusato di aver spacciato all’interno della propria abitazione, a ridosso di corso Aldisio. Per il trentenne Francesco Scicolone è arrivata la condanna a due anni e due mesi di reclusione, pronunciata dal giudice Miriam D’Amore. Nell’abitazione, i carabinieri sequestrarono circa cinque grammi di marijuana e poco meno di un grammo di cocaina. Il giovane, difeso dall’avvocato Rosario Prudenti, ha sempre spiegato che quella droga non era destinata allo spaccio, ma al semplice consumo personale. Una ricostruzione che non ha convinto il pm Pamela Cellura. Al termine della requisitoria, ha chiesto una condanna ancora più pesante, a quattro anni di detenzione, ricordando altre vicende analoghe che hanno riguardato sempre l’imputato. Il legale di difesa, invece, ha giudicato del tutto sproporzionata la richiesta avanzata dall’accusa, soprattutto rispetto al quantitativo di droga sequestrato dai carabinieri, ritenuto minimo. Nell’abitazione, fu trovato un bilancino di precisione.
Il legale inoltre ha spiegato che non ci sarebbero mai stati elementi di prova chiari per ritenere che l’altro giovane fermato dai carabinieri, mentre usciva dall’immobile e in possesso di droga, l’avesse acquistata da Scicolone.