Gela. Il blitz partì nella notte, dopo che due imbarcazioni, dalla zona del pontile Eni arrivarono a Bulala, seguendo come punto di riferimento un fuoco acceso, nei pressi di un immobile della zona. Ad attendere, c’erano però i poliziotti del commissariato, i militari della guardia di finanza e quelli della capitaneria di porto. Secondo le accuse, le imbarcazioni trasportavano gasolio rubato alla raffineria di contrada Piana del Signore. Due investigatori che parteciparono alle attività hanno testimoniato in aula, nel dibattimento nei confronti di Emanuele Terranova, accusato di ricettazione. Secondo le contestazioni, avrebbe condotto una delle imbarcazioni usate per caricare il gasolio da autotrazione, sottratto alla raffineria, e farlo arrivare a Bulala, dove sarebbe stato scaricato attraverso delle pompe. Su quel tratto di spiaggia, vennero sequestrate cisterne e tutto il necessario per stoccare il carburante. Furono fermati un furgone, risultato nella disponibilità dell’imputato, e una vettura. Quando gli occupanti delle imbarcazioni si accorsero della presenza in mare dei militari della capitaneria, cercarono di far perdere le tracce, ma furono comunque individuati e fermati. I testimoni hanno risposto alle domande del pm Tiziana Di Pietro e a quelle dei difensori dell’imputato, i legali Flavio Sinatra e Cristina Alfieri.
Per la difesa, non è chiara la dinamica di quanto accaduto né se il carburante arrivasse effettivamente da un furto, secondo gli investigatori messo a segno tra le linee di raffineria che fanno transitare il gasolio. I pm della procura, invece, sono certi che il gasolio da autotrazione venne rubato e poi trasportato con le imbarcazioni a Bulala, dove in totale ne furono sequestrati quasi tremila litri.