Gela. Le indagini sono state chiuse e si aggrava la posizione dell’operaio gelese Giacomo Ascia, ora accusato di tentato omicidio. I pm della procura di Venezia gli contestano proprio questo reato, per quanto accaduto nel giugno dello scorso anno, a Mestre. L’operaio gelese, secondo la ricostruzione dei pm e dei carabinieri, avrebbe colpito più volte il padre della sua compagna. Lo ferì usando un coltello a serramanico, pare al culmine di un’accesa discussione, in strada. L’uomo, un quarantasettenne, venne poi trasferito in ospedale. Secondo i magistrati veneti, Ascia avrebbe colpito per uccidere, spinto dall’astio verso la vittima. Sembra che le discussioni fossero sorte a seguito della relazione sentimentale che il gelese aveva avviato con la figlia del quarantasettenne ferito. Per gli investigatori, lo avrebbe più volte minacciato di morte. Sarebbe accaduto quando si oppose al fatto che la figlia potesse partire con Ascia, che voleva fare ritorno in Sicilia. Tutte contestazioni che l’operaio ha sempre respinto. Lasciò il carcere, dove era stato trasferito dopo l’aggressione. Il gip accolse le richieste del suo difensore, l’avvocato Rocco Cutini. Attualmente, è sottoposto solo al divieto di avvicinarsi ai luoghi frequentati dall’uomo colpito.
Sentito dal gip, dopo l’arresto, spiegò di essersi difeso, riferendo di essere stato vittima di un’aggressione. Le indagini nei suoi confronti sono state chiuse e oltre che del tentato omicidio dovrà rispondere del possesso del coltello.