Gela. La prima chiamata al telefonino è arrivata una decina di giorni dopo il lancio on line del sondaggio. “E’ chiaro che lo avete taroccato per colpirmi”, mi dice all’altro capo del telefonino il mio “amico” deputato.
“Non si spiegherebbe altrimenti – aggiunge – come sia stato possibile tra sabato e domenica che oltre 300 persone abbiano votato contro di me. State falsando la verità e so chi c’è dietro voi”. Seguono altre insinuazioni, qualche rimprovero e via dicendo. Il giorno dopo il mio telefonino squilla ancora.
Un secondo mio “amico” deputato non mi saluta neanche e passa al sodo. “State facendo una campagna strumentale contro di me! Ma so tutto, anzi mi divertirò a spendere qualche soldo per scoprire chi falsifica il sondaggio per avvantaggiare altri. Siete poco seri!” (ho usato un termine elegante).
Non mi lascia neanche il tempo di spiegare come funziona il sistema e chiude la telefonata. Incontro un terzo protagonista del sondaggio alcuni giorni dopo e mi saluta a stento. Inizialmente non ci faccio caso, poi rifletto e penso.
“Vuoi vedere che anche lui pensa che gli stiamo indirizzando il sondaggio contro?”. Ho voluto farvi questa premessa per raccontare a chi ci segue sul sito cosa è accaduto dopo aver lanciato questo banale e semplice sondaggio. Doveva rappresentare il gradimento di un campione di cittadini gelesi sull’attività dei nostri politici. Una sorta di cartina tornasole, mica un exit poll della Doxa! Lo hanno trasformato, loro, i nostri amici politici e galoppini al seguito, in una competizione pre-elettorale. Perché in effetti il sondaggio, ad un certo punto, è stato falsato.
E’ vero, ma non dagli utenti, ma dagli stessi protagonisti. Perché non tutti gli esperti di informatica sanno che in effetti si poteva votare in un modo diverso. Chi ha un Ip statico può farlo una volta soltanto, chi possiede un Ip dinamico può tranquillamente farlo un numero infinitesimale di volte: basta disconnettersi dal sito e ricollegarsi ed il gioco è fatto! Lo sapevamo anche noi, ma non pensavamo che dopo dieci giorni taluni politici si prendessero la briga di scatenare un passaparola fatto di sms, telefonate e inviti a votare contro “x” o “y”. Ho letto personalmente uno di questi sms. C’era scritto. “Caro amico, collegati sul sito quotidianodigela.it nella pagina del sondaggio e vota contro…. E’ un attacco al nostro onorevole!”.
Qualcuno ha persino scambiato uno dei nostri webmaster (Giuseppe Ventura) per l’assessore comunale del Pd. Tra l’altro non si somigliano neanche… Ai nostri “amici” deputati, sindaci o consiglieri diciamo, ora che il sondaggio è finito, che hanno perso una occasione e non l’hanno percepito, intenti come erano a votarsi contro. Quello di conoscere il termometro di gradimento della gente che non ha lacci con i partiti. Se un cittadino è deluso da Fasulo piuttosto che da Speziale o Federico, Donegani o Crocetta evidentemente si aspetta molto da loro. Non deve essere per forza uno spregio verso la persona. Ed invece no. Hanno trasformato un semplice sondaggio in una rissa mediatica. Non tutti per carità, ma chi lo ha fatto non ha dato una bella immagine di sé e ci lascia perplessi, visto che rappresenta le istanze in tavoli importanti.
Dal punto di vista opportunistico questo sondaggio ci ha fatto conoscere ad una vasta platea. Ci spiace che loro abbiano pensato che siamo poco credibili, attendibili, falsi o magari pagati da qualcuno. Le nostre storie personali e professionali parlano da sole, e non tutti possono permettersi di camminare a testa alta.
Ai nostri amici politici vorremmo ricordare che non saranno votati dal nostro sito, ma dagli elettori. E dentro quei box non ci sarà modo di falsificare la propria scelta. O almeno si spera…