Agrigento. Fu l’imprenditore Giuseppe Romano, titolare della Roma Costruzioni, a denunciare le pressioni esercitate da Francesco Lisinicchia, allora assessore del Comune di Naro, nell’agrigentino. L’azienda gelese gestisce il servizio rifiuti in quel centro e l’ex assessore adesso è stato condannato ad un anno e quattro mesi di reclusione, con pena sospesa. La pronuncia è arrivata dal gup del tribunale di Agrigento, al termine del rito abbreviato. La richiesta della procura era di tre anni di detenzione. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, sulla base della denuncia di Romano, Lisinicchia, facendo valere il suo ruolo di amministratore, impose all’imprenditore di sottoscrivere un contratto per la sorveglianza di una società privata, con la quale l’imputato collaborava. Servizio che però non era previsto negli accordi stipulati per l’appalto rifiuti. Romano, così ha raccontato lui stesso agli inquirenti, avrebbe dovuto accettare per evitare ritardi nei pagamenti e altri “inconvenienti” burocratici. Decise però di denunciare tutto, sostenuto dall’antiracket “Gaetano Giordano” e dalla Fai.
La Federazione antiracket è stata parte civile nel procedimento insieme all’imprenditore e alla sua azienda. I legali di Lisinicchia, gli avvocati Diego Giarratana e Antonio Panico, hanno cercato di rivedere del tutto le contestazioni mosse dai pm, ma le intercettazioni e quanto indicato dall’imprenditore hanno indotto anche il giudice agrigentino a pronunciare la condanna, seppur ridotta rispetto alle richieste dell’accusa. Per le parti civili, già lo scorso anno, aveva concluso l’avvocato Giuseppe Panebianco.