Gela. “Non sono casi isolati, tutt’altro”. Il segretario provinciale della Filcams Cgil Emanuele Scicolone solleva il velo sulle pressioni ricevute da molti addetti del settore commercio, impiegati in rivendite e punti vendita della città.
Concorrenza alterata. “Capita spesso – spiga il sindacalista – che il datore di lavoro o, comunque il titolare dell’attività commerciale, imponga ai dipendenti la restituzione di una parte del salario pagato a fine mese. Quindi, vengono firmate buste paga fasulle per compensi, in realtà, del tutto inferiori. Alla fine, i lavoratori ricevono tra i trecento e i quattrocento euro al mese, impiegati per l’intera giornata”. Stando al sindacalista, i commercianti che adottano sistemi di questo tipo “alterano la concorrenza rispetto a colleghi che, invece, rispettano le norme in materia di lavoro e retribuzioni”.
La crisi economica rende i lavoratori più ricattabili. La Filcams da tempo sottolinea l’esistenza di fenomeni poco chiari soprattutto nel settore del commercio e della grande distribuzione. Il segretario della sigla sindacale e il collega Nuccio Corallo raccolgono segnalazioni che arrivano direttamente dagli operatori. Un fenomeno ancor più diffuso soprattutto alla luce di una flessione economica che rende gli addetti del settore decisamente ricattabili. “Fortunatamente – conclude – si tratta solo di una parte degli esercenti locali che, però, in questo modo sottopongono a vere e proprie estorsioni i propri dipendenti. Pochi hanno il coraggio di denunciare”.