Gela. La sua posizione è stata archiviata nel procedimento penale scaturito dall’inchiesta antimafia “Exitus”. I difensori del cinquantacinquenne Benedetto Rinzivillo, operatore nel settore dell’ingrosso di carni, hanno prodotto una memoria che attesta il fatto che le accuse, anche di mafia, siano cadute. Davanti ai giudici del tribunale delle misure di prevenzione di Caltanissetta, il pm ha così chiesto di non applicare nessuna misura di sorveglianza. Un passo indietro dell’accusa, probabilmente decisivo. Dopo il convolgimento nell’indagine “Exitus”, a Rinzivillo venne contestato di essere uno degli uomini di fiducia del boss sessantenne Salvatore Rinzivillo. Venne arrestato, ma già al riesame gli avvocati Joseph Donegani ed Emanuele Maganuco ottennero l’annullamento del provvedimento e l’immediata scarcerazione. Dimostrarono che il cinquantacinquenne non avrebbe mai finanziato il gruppo di Cosa nostra, limitandosi solo a svolgere la propria attività lavorativa.
Partì comunque una procedura per imporgli la sorveglianza speciale. I legali hanno prodotto il provvedimento che di fatto esclude collegamenti di Rinzivillo con i clan. Davanti alla scelta dell’accusa, che ha chiesto di non applicare la misura proposta dalla questura, i giudici nisseni del tribunale delle misure di prevenzione decideranno entro i prossimi trenta giorni.