Dimissioni in bianco per il lavoro, due condanne: l’accusa era di tentata estorsione

 
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Gela. Avrebbero dovuto firmare dimissioni in bianco, pur di mantenere il posto di lavoro. Il giudice Miriam D’Amore ha condannato, ad un anno e un mese di reclusione, l’imprenditore Giacomo Cirignotta e Giacomo Lodato. I militari della guardia di finanza effettuarono verifiche alla Agriservice, azienda che si occupa della trasformazione di prodotti agricoli. Alcuni lavoratori, allora impegnati in azienda, avrebbero segnalato l’accaduto. La contestazione mossa ai due imputati era di tentata estorsione. Al termine di una lunga istruttoria dibattimentale, il pm Pamela Cellura ha concluso per la condanna di entrambi, ritenendo provate le contestazioni. Nel corso dell’istruttoria sono stati sentiti diversi testimoni, compresi i lavoratori, alcuni costituiti parti civili (con gli avvocati Giovanna Cassarà, Giusy Li Vecchi e Adriano Falsone). I due imputati, attraverso i difensori, gli avvocati Flavio Sinatra ed Ennio Adamo, hanno escluso di aver mai imposto condizioni ai lavoratori, minacciando l’eventuale licenziamento. La condanna è stata emessa con pena sospesa solo per Cirignotta e il giudice ha riconosciuto le attenuanti generiche. Per la difesa dello stesso Cirignotta, in realtà ad occuparsi del personale non sarebbe mai stato l’imputato.

Anche il legale di Lodato ha messo in dubbio quanto ricostruito dagli investigatori. Le parti civili, alle quali è stato riconosciuto il diritto al risarcimento dei danni, hanno invece insistito per la condanna degli imputati, seguendo la linea del pm e sottolineando come i lavoratori furono sottoposti a pressioni per mantenere il posto di lavoro. Sia il pm che il giudice hanno escluso la prescrizione dei capi di imputazione.

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