Gela. La difesa “politica” di ieri che il sindaco e la giunta hanno garantito al consigliere comunale Romina Morselli, multata per abbandono di rifiuti a Manfria, sta suscitando parecchio clamore anche sui social, dopo quanto documentato dal tg di Telegela. L’avvocato Greco non ha mancato di denunciare un possibile piano per “incastrare” un suo consigliere di riferimento e ha attaccato chi proprio dai social sta mettendo in discussione la linea della sua amministrazione sui rifiuti. Tanti chiedono coerenza al sindaco, che più volte ha tuonato contro chi viola la legge, abbandonando rifiuti lungo le strade. La difesa senza se e senza del consigliere non è piaciuta agli amministratori della pagina facebook “Se i quadri potessero parlare gelese”, in prima linea nel denunciare il caso Morselli e a supporto della richiesta di dimissioni. Ritengono che Greco li abbia volutamente tirati in ballo, perché impegnati nel criticarlo rispetto al caso del suo consigliere di maggioranza. “Una presa di posizione, per noi inaspettata da parte del sindaco della “tolleranza zero”, verso coloro che sporcano in modo incivile il nostro meraviglioso territorio. Da cittadini ci sentiamo molto delusi dal fatto che il primo cittadino, dopo giorni di assordante silenzio, abbia comunicato alla città il suo pensiero e quello della sua amministrazione, cercando di difendere l’indifendibile, scagliandosi contro di noi come un nemico per consentirgli di uscire dall’imbarazzante situazione facendo del vittimismo. Dietro “Se i quadri potessero parlare gelese” ci sono ragazzi e ragazze che amano la loro terra e hanno sempre promosso iniziative atte a renderla un posto migliore. Tra le varie iniziative abbiamo anche appoggiato quella relativa alla Torre di Manfria. Malgrado questo – scrivono in una nota – veniamo accusati di essere vicini ad alcune partiti politici e di scatenare l’indignazione ad orologeria. Niente di più falso, chi segue la pagina sa benissimo che non facciamo e non abbiamo mai fatto sconti a nessuno, la forza di “Se i quadri potessero parlare gelese” è proprio aver messo insieme gente con idee politiche differenti, allo scopo di risultare sempre plurale”.
Secondo Greco, anche la satira starebbe usando due pesi e due misure, almeno rispetto ad altri casi, per l’avvocato “più gravi”. “Il sindaco ci rimprovera di non aver mai sollevato questo clamore davanti ad eventi giudiziari. Questa per noi non è un’offesa, anzi, al contrario, questo riconoscimento ci rende orgogliosi, perché a differenza del nostro caro sindaco, che è anche avvocato, sappiamo che in Italia un imputato è innocente fino a condanna. Inoltre, avendo piena fiducia nella giustizia, poniamo nella sua istituzione il senso di protezione che ogni cittadino perbene vuole che venga applicato. Se c’è una parte nella quale noi stiamo è dalla parte di un’altra Gela rispetto a quella che il sindaco e il consigliere Romina Morselli stanno rappresentando. Una Gela che non vuole piegarsi all’arroganza e alla spocchia di prepotenti e incivili. Una Gela che reputa sbagliato un gesto anche quando quel gesto viene compiuto da un parente o da un amico”. Da “Se i quadri potessero parlare gelese” arriva anzi l’invito a Greco a cambiare rotta, almeno su questa vicenda. “Adesso, questa vicenda non è più una questione di satira. E’ una battaglia di civiltà e di dignità di un popolo che vuole vivere con lo stesso decoro con cui vivono gli altri cittadini d’Italia. Se il sindaco vuole essere il rappresentante di questi cittadini è ancora in tempo a tornare sui suoi passi”.
Sindaco sbaglia a difendere gli indifendibili, ne vale della sua stessa credibilità’. Non deluda la città’.