Padova. Il gravissimo incidente sul lavoro, verificatosi nello stabilimento padovano di “Acciaierie venete”, risale al maggio di due anni fa. Una colata di materiale incandescente travolse due operai, che poi morirono. Per Sergiu Todita e a Marian Bratu le ferite e le ustioni riportate furono fatali. Quella mattina, quando una siviera non resse causando la colata, nello stabilimento c’erano altri due operai dell’indotto, il gelese David Di Natale e un collega, entrambi dipendenti della Hayama Teach Service, che riuscirono a salvarsi, anche se le conseguenze furono pesanti. I pm della procura di Padova hanno già chiesto il rinvio a giudizio per i vertici dello stabilimento padovano e per quelli delle aziende che fornirono il perno che non avrebbe tenuto, determinando il terribile incidente. Bisognerà però attendere il prossimo febbraio prima di entrare nel vivo dell’udienza preliminare. Ai coinvolti vengono contestati i reati di omicidio colposo e lesioni, oltre a quelli legati alla misure di sicurezza che sarebbero state violate. L’udienza dello scorso novembre è stata rinviata a febbraio, anche in relazione alla costituzione delle parti civili. Non ci sarebbe ancora un accordo per il risarcimento delle famiglie degli operai morti dopo l’incidente sul lavoro.
I magistrati padovani hanno avanzato richiesta di rinvio a giudizio per Alessandro Banzato e Giorgio Zuccaro, presidente e direttore dello stabilimento di Acciaierie Venete, di Dario Fabbro, presidente della Danieli centro Cranes spa, di Giampietro Benedetti e Giacomo Mareschi Danieli, rispettivamente presidente e amministratore delegato di Danieli & C. officine meccaniche. Solo l’accusa di lesioni viene contestata invece a Vito Nicola Plasmati, titolare della ditta Hayama Teach Service, azienda per la quale lavorava Di Natale.