Roma. La sua piccola da quell’anestesia non si è più svegliata. A portarsela via non è stata l’anemia falciforme contro cui stava combattendo, ma «eventi avversi» in seguito alla preparazione per quel trapianto di midollo con il fratellino che, forse, chissà, avrebbe potuto salvarla.
«Ci hanno distrutto la vita, E’ una tragedia. Non ho parole per spiegare cosa si prova davanti ad un evento del genere». A stento riesce a trattenere le lacrime Antonino, il papà della bimba. Non riesce ancora a credere a cosa sia successo due giorni fa. A preoccuparlo sono anche le condizioni della moglie, incinta al quinto mese. Ma non solo. L’uomo adombra anche delle negligenze dei ritardi nel prestare soccorso alla bambina.
«Mia figlia è uscita alle 13.30 dalla sala operatoria, i medici le hanno fatto delle lastre e i risultati sono stati letti con un certo ritardo – accusa il padre della bimba – A mia moglie è stato detto che i medici erano in pausa pranzo perch‚ era in corso il cambio turno. Quando sono tornati hanno fatto un emocromo e hanno visto che la bambina aveva un forte calo dell’emoglobina. Hanno rifatto le radiografie e si sono accorti che c’era un’emorragia in corso».
«Qualche giorno fa mia moglie, la madre e l’altro figlio erano partiti tutti insieme dalla Sicilia per Roma, in vista del trapianto – racconta -. Mercoledì la bimba è stata sottoposta ad un piccolo intervento per un catetere. Al termine l’hanno portata in una stanza ed affidata a mia moglie, in attesa del risveglio dall’anestesia. Da allora la piccola non ha mai più riaperto gli occhi, così mia moglie mi ha chiamato ed io ho preso il primo volo per Roma». Una volta all’aeroporto, Antonino si è catapultato al policlinico Tor Vergata, dove era ricoverata la figlia. Là purtroppo, ad attenderlo, la drammatica notizia.
«Dovevano metterle un semplice catetere venoso – si sfoga – ed invece hanno ucciso mia figlia. Da quanto mi è stato detto, la piccola aveva già l’emorragia cerebrale in corso». Il dramma ha avuto ripercussioni anche sulla moglie, costretta a rientrare a Gela dove è stata sottoposta ad accertamenti.
«Il medico l’ha obbligata a restare a riposo perchè‚ aveva delle contrazioni – dice -. Mi auguro soltanto che non abbiano ammazzato anche il figlio che porta in grembo mia moglie. Eravamo felicissimi, avevamo sempre desiderato tre figli. Finalmente avevamo trovato uno spiraglio per la piccola ed eravamo in attesa del terzo. Poi la tragedia».
La disperazione si mischia alla rabbia nelle parole di Antonino. «Appena saputa la notizia sono andato subito dai carabinieri per denunciare il policlinico e l’Istituto Mediterraneo di Ematologia – racconta -. Non mollerò mai. Mai, fino a quando non avrò giustizia. Ci hanno distrutto la vita, qualcuno ora dovrà rendercene conto».
Fonte Ansa